Rassegna storica del Risorgimento
SOLFERINO E SAN MARTINO
anno
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1959
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pagina
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252
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252 Libri e periodici
privati e pubblici dell'Austria, opere di autori italiani, tedeschi e francesi: tatto è stato studiato minatamente, confrontato, sottoposto ad un severo, ma equo esame critico, che ha richiesto lunghi anni di lavoro paziente ed accorato.
Ne è nato così un monumento letterario , per ripetere la espressione di Enrico Benedikt, che si è occupato del libro molto ampiamente in una delle appendici domenicali del giornale ufficiale austriaco, monumento che a qualcuno sembrò un po' troppo pesante, forse un po' freddo, perchè severamente rivestito di marmo grigio, ma in ogni caso un monumento, che noi, servendoci dell'attributo più appropriato, vorremmo dire storico piuttosto che letterario .
Se in esso è trascurato il pettegolezzo, che ha dato origine all'aneddotica meno castigata, nessun aspetto dell'animo del soldato, del comandante, del capo di stato maggiore, del governatore, del maresciallo, del vincitore, si può dire sia rimasto nell'ombra. E a noi sembra chela storia debba appunto esigere questo rigore dagli studiosi, questa capacità di sceverare l'utile dall'inutile, il bonario dal maligno, il vero dal falso, dovunque si possa cogliere, cosi nel campo dell'attività affidale come in quello dell'intimità, quando sembra che quest'ultima interferisca o influisca sulla prima. Così si giunge anche alla obiettività, coi aspira il Regole e a coi, a nostro avviso, egli è arrivato, nonostante le notevoli difficoltà, che doveva superare.
Il maresciallo Radetzky visse ed operò in tempi particolarmente diffìcili. Egli contribuì, con il suo patriottismo e la sua opera, a fare ritardare di alcuni anni l'inizio dello sfaldamento territoriale della monarchia danubiana e mori proprio alla vigilia della sua prima, disfatta militare. Ma appunto perciò, ancora in vita, fu da una parte esaltato come un eroe, amato come un padre, onorato come trionfatore invincibile, dall'altra esecrato come un Torquemada, odiato come un tiranno, disprezzato e maledetto come un carnefice. E ben vero che ormai un secolo è passato dalla sua morte; ma non si può dire ancora che gli animi si siano placati interamente.
Non si è spenta del tatto la polemica iniziata tanti anni or sono dal Luzio, il quale si proponeva di essere, sotto un certo aspetto, obiettivo e spregiudicato, allorché si accingeva a scrivere il quadretto biografico del generale. Sebbene l'impossibilità di vedere gli atti officiali, che gli erano stati negati, abbia indotto l'illustre storico mantovano a cadere in qualche contraddizione, affermando, per esempio, che, a giudizio del Radetzky, non meritavano pietà i sudditi ribelli:... non esistevano diritti nazionali, generosi entusiasmi, hi sua semi-ri abilitazione dell'Attila austriaco rappresentò allora un atto di coraggio tanto più ammirevole, in quanto ancora oggi, ad oltre mezzo secolo di distanza un ulteriore tentativo di obiettività potrebbe farci incorrere nel rischio di essere tacciati di anti italianità da quanti non sanno distinguere il giudizio storico da quello politico.
Il nostro autore, pur essendo cittadino austriaco, è consapevole di questa situazione e, poiché nutre la nobile aspirazione di essere giudicato sereno e veritiero anche fuori dell'Austria, e particolarmente in Italia, dedica un esame acuto e profondo specialmente alle fonti di origine nostrana (p. 6), cercando di mantenersi costantemente in una posizione di equilibrio ed entro un'atmosfera di meditata valutazione di tutti gli elementi e di tutte le forze, che hanno determinato gli avvenimenti, dei quali egli si è assunto il compito di discorrere. Egli si rifa, come di consueto in questi casi, all'infanzia del suo eroe. Si occupa dello scolaro e dell'allievo ufficiale, della sua preparazione culturale e militare, dei suoi avanzamenti nella, carriera e delle prime prove sui campi di battaglia contro i Torchi negli anni 1787-89, nello campagne del 1796, del 1797 e del 1798 contro la Francia fino alla promozione a generale di brigata nel 1809.
Ma l'autore sembra preso in un primo momento specialmente dal Radetzky diventato capo di stato maggiore del principe Carlo di Sohwarzenberg, comandante supremo degli Alleati nella importante e decisiva battaglia di Lipsia contro Napoleone. La dimostrazione che il suo eroe fu. il veto autore del piano del grondo combattimento non ha bisogno di ulteriori approfondimenti dopo questo libro. L'enorme materiale esistente negli archivi austriaci ha fornito al Regelc, e ora al lettore della SOR opera, la sicurezza di questa verità. Fin dai primi anni di guerra e di trionfi, il futuro condottiero appare in