Rassegna storica del Risorgimento

SOLFERINO E SAN MARTINO
anno <1959>   pagina <254>
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254 Libri e periodici
raramente nella storia militare (p. 314). TI governatore civile e militare del Lom­bardo-Veneto dal 1849 al 1857 è oggetto dell'ultimo capitolo della vera e propria biografia del maresciallo e presenta per noi Italiani pagine di ovvio interesse. 11 resto, dai capitoli VII al X, ci offre alcuni aspetti della personalità del condottiero, dello stratega, dell'uomo politico alle prese con problemi italiani ed europei, l'organizzatore e l'educatore delle sue truppe, il teorico delle manovre e delle battaglie, il maestro della tattica militare, l'ammi­nistratore delle finanze dell'esercito e dello Stato e l'uomo nel senso vero della parola. La lettura di questo libro, a parte le disquisizioni di carattere teorico-militare, riesce indubbiamente molto graditi e particolarmente utile. Il Regelc si è proposto nel­l'introduzione di fare opera di conciliazione pur rispettando tutto il rigore dell'obiettività storica. Possiamo dargli atto, a lettura finita, che la meta è stata raggiunta senza alcuna riserva. L'autore sa che una verità incontestabile nella sua essenza può essere presentata al lettore sotto aspetti diversi e con diverse sfumature derivanti da eccessivo amore o da animosità. Egli, con animo veramente sereno, non si è lasciato prendere la mano da alcun sentimentalismo e, apportando un nuovo notevole contributo alla verità storica, ha det­tato un'ampia e documentata biografia dell'uomo che ha avuto tanta parte nella vita italiana durante il periodo pia. bello e romantico della formazione della nostra unità nazionale. Quanto a noi Italiani riterremmo che la pubblicatone in veste nostrana del­l'ampia biografia, eventualmente ridotta con esclusione delle parti più, propriamente tecnicomilitari di carattere generale, potrebbe servire non solo ad informare il pubblico meno specializzato intorno ad un uomo così vicino ai fotti, di cui i nostri nonni o bisnonni furono protagonisti, ma soprattutto a correggere molti giudizi, che ancora oggi si sentono troppo spesso ripetere, talvolta in buona fede, su un uomo che ci fu lealmente nemico per oltre cinque lustri della storia più viva e tormentata del nostro Paese.
ANGELO FILIPUZZI
TBESHAM LEVEB, The Lettera of Lady Palmerston selected and edited from the originala at Broadlands and clsewhere; Londra, John Murray, 1957, in 8, pp. XII376. 28 s.
Emily Lamb, che aveva sposato in prime nozze Lord Cowper, alla fine del 1839 diviene Lady Palmerston. Questo bel volume, egregiamente illustrato con splendidi ritratti, abbraccia quasi tutta la sua vita con un materiale più ricco per il periodo 1820-1859; esso è costituito da brani di lettere collegati da ampi commenti ed è reso più accessibile a un vasto pubblico dalle note biografiche sui personaggi citati. Scorrono, cosi, dinanzi ai nostri occhi l'alta società inglese e i retroscena politici del regno di Giorgio IV e di quello della regina Vittoria dal processo contro la regina Carolina al ministero Palmerston. Il curatore, purtroppo, non aveva molto interesse per la nostra storia e non ha creduto di riprodurre notizie sugli avvenimenti della penisola, che certamente devono essere nella corrispondenza, se si tien conto dell'interesse che Palmerston ha sempre nutrito per l'Italia e dell'amicizia che legava la sua famiglia a Emanuele d'Azeglio e agli esuli moderati.
Cogliamo i pochi accenni all'Italia. I primi sono la citazione del corriere Bergami, di Giuseppe Restefii e di alcuni domestici (i nomi non sono sempre letti esattamente: troviamo un Garginlo per Gargiulo) che compaiono nel processo a Carolina di Brunswich. Dobbiamo arrivare all'I 1 settembre 1848 per sentir parlare della situazione siciliana: Palmerston ritiene che solo la mediazione concorde nostra [e dell'Austria] può evitare la marcia dei Francesi in Italia... Abbiamo cercato di impedire al re di Napoli di invadere la Sicilia, ma egli è assai ostinato e noi non abbiamo trovato ohe ci fosso una giustificazione ufficiente per fare intervenire direttamente la nostra flotta. Staremo a vedere quel che succede e se dei negoziati potranno evitare quello spargimento di sangue che sarebbe il risultato della tentata conquista della Sicilia .
"È ancora l'isola che fa le spese di una conversazione del russo Brunnow. Egli rife­risce che a Pietroburgo si crede che Palmerston pensi a uno scambio Sicilia-Gibilterra, mentre lui è sicuro che ben lungi dal volere la Sicilia fai cambio, la rifiuterebbe se gliela offrissero . Siamo nel 1851.