Rassegna storica del Risorgimento
SOLFERINO E SAN MARTINO
anno
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1959
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pagina
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255
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Libri e periodici 255
Un altro brano in una lettera del 19 ottobre 18S5, quando si riferiscono parole di Azeglio; noi dubitiamo che si tratti di Massimo, come è indicato in nota, dato il tono amichevole con cui Lady Palmerston scrive: Vi ho detto una volta che Azeglio era assai seccato del procedere di Normanby e del suo incoraggiare e parteggiare per gli Austriaci. Ora scrive dicendo che il ministro degli esteri a Torino, Cibriario (sic), scrive per dolersi amèremetU di Lord Normanby. Spero che ne faccia protesta presso Lord Clarendou, perchè nell'attuale stato di cose Lord Normanby può far molto male . Basta vedere i carteggi cavouriani, per trovare l'accenno alla protesta di Cibrario riferita da Emanuele d'Azeglio.
Anche Panizzi entrava facilmente in casa Palmerston. Questo volume lo ricorda una volta a proposito del congresso di Parigi. Il nostro esule vorrebbe che il plenipoten* ziario britannico fosse Palmerston, cosa impossibile, commenta Lady Emily.
A dimostrazione dei tagli che si sono fatti sulle cose italiane, il 1859. E possibile che vi sia un solo accenno alla guerra? Eccolo in una lettera del 22 maggio: Azeglio ha ricevuto un altro telegramma ièri a mezzanotte con la notizia di un'altra vittoria che sembra più importante dell'ultima. 15.000 Austriaci attaccarono in forza e furono respinti con gravi perdite e sono in piena ritirata. La cavalleria sarda li attaccò sei volte e l'esercito [lacuna di una parola illegibile al curatore inglese] ebbe molto successo e prese duecento prigionieri. Cinquecento furono i morti e i feriti nell'esercito alleato e un generale francese fu ucciso .
Torniamo a ripetere che il volume è di notevole interesse, anche se i lettori italiani avrebbero preferito sentir parlare di più della loro penisola, cosi come è stato fatto per quella iberica e per la Francia. EMILIA. MOHEEW
GIUSEPPE STEFANI, La Urica italiana e l'irredentismo. Da Goffredo Mameli a Gabriele d'Annunzio; Bologna, Cappelli, in 16, pp. 318. L. 1800.
I A brevissima distanza dal suo saggio su Carlo VI e il problema adriatico, apparso
BUÌV Archivio veneto a lumeggiare le iniziative prese dall'Imperatore d'Austria nel pruno '700 con lo scopo di promuovere i traffici in Adriatico in concorrenza con Venezia, lo studioso triestino Giuseppe Stefani ha dato alle stampe questa raccolta dedicata a La lirica italiana e l'irredentismo. Diciamo raccolta, poiché il contributo più valido del libro è dato dalla presentazione d'una insospettata quantità di versi patriottici, ma il termine potrebbe ingenerare confusione, dato che non si tratta d'una raccolta erudita, quanto. piuttosto d'una antologia ragionata, o meglio d'una narrazione continua, che nelle vicende italiane dal primo Risorgimento alla guerra di Redenzione predilige ascoltare le voci dei poeti, e coglierne il senso e il peso sugli avvenimenti stessi. Perciò non appare casuale il fatto che quest'opera dello Stefani ci venga nel quarantesimo annuale della Guerra mondiale, quasi breviario che ne segua e ne spieghi la preparazione spirituale.
Fin dal primo delinearsi degli ideali nazionali, alla fine del '700, possiamo cogliere l'analogia dèDc espressioni in cui escono Istriani e Trentini, dal capodistriano Carli che ammonisce a divenire tutti di nuovo Italiani per non cessare d'essere uomini, al roveretano Vannettì che afferma essere il Trentino sol per accidente fatto suddito all'Austria: del rimanente Italiani noi slam. Cosi i primi poeti del Risorgimento indicano nelle Alpi dalle Occidentali alle Retiche alle Giulie il confine naturale della Patria ohe risorge; Una gente che libera tutta, o fia serva tra l'Alpe ed il mare canta il Manzoni; Dall'Alpi allo Stretto fratelli siam tutti ripete il Berchet, e fan eco in coro il Rossetti, il Grossi, il Caxrer e il Mameli. '
Nel periodo delle guerre d'indipendenza tali sentimenti si definiscono meglio, sia nel canto del Nievo, che inneggia alla vittoria di Solferino, sia in quello del Fusinato, ohe vuol resi all'Italia d'un colpo solo insiem col Veneto l'Istria e il Tiralo TI Mercantini, componendo la Fidanzata d'un marinaio delia Palestra , condensa efficacemente le epe-