Rassegna storica del Risorgimento

SOLFERINO E SAN MARTINO
anno <1959>   pagina <263>
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Libri e periodici 263
STEFANINI PASQUALE, Il Cardinale Muffi, con prefazione di P. AGOSTINO GEMELLI; Pisa, Giardini editore, 1958, in 8, pp. 851. L. 2000.
Nato a Corteolona fl 12 ottobre 1858, Pietro Maffi percorse una fortunata carriera ecclesiastica: vescovo di Cesarea di Mauritania e ausiliare di Ravenna nel 1902, l'anno dopo fu arcivescovo di Pisa e cingile anni più tardi ebbe la porpora da Pio X.
Anche negli studi il Maffi occupò un posto eminente* specie nel campo della meteo* rologia (eresse, fra Palerò, l'osservatorio di Pavia) e dell'astronomia* dirigendo fino dalla fondazione (gennaio 1900) la Rivista di Fisica, Matematica e Scienza Naturali e presie­dendo (dal 1904) la Specola Vaticana. Il Maffi curò anche gli studi umanistici e letterari: studiò e scrisse su Dante (volle ricomposto il sepolcro di Arrigo Vii nel Duomo di Pisa) sn Manzoni, e fu colto bibliofilo, come testimonia la Biblioteca lasciata a Pisa, alla morte, avvenuta il 17 marzo 1931.
Per quanto riguarda la storia politica, il nome del card. Maffi è legato a due tentativi per risolvere la questione dei rapporti fra l'Italia e la Santa Sede*
Il primo, che ci riporta agli anni 1918-19, fu ricordato alla Camera da Mussolini il 13 maggio 1929 nella relazione sui Patti Lateranensi; ma ne riferirono anche i protagonisti Vittorio Emanuele Orlando, Presidente del Consiglio, l'americano mons. Francesco Kelly e mons. Bonaventura Cerretti, Segretario della Sacra Congregazione degli Affari Eccle­siastici Straordinari (cfr. La soluzione della Questione Romana nelle conversazioni fra Von. Orlando e mons. Corretti a Parigi nel giugno 1919, in Vita e Pensiero, giugno-lu­glio 1929, un. 6-7, p. 401).
U tentativo, però, non andò oltre l'espressione di buoni propositi e colloqui* avvenuti a Parigi fra il Presidente del Consiglio italiano e i rappresentanti della Santa Sede* perchè la caduta del Ministero Orlando, nel giugno 1919* determinò l'arresto dei contatti. L'aspetto ignorato o meno noto della vicenda è costituito dalla parte avuta dal Maffi: a lui* infatti* il 17 dicembre 1918, il Papa e il card. Gasparri commisero l'incarico di scrivere al card. Mer-cier, a Malines, perchè perorasse la causa presso le delegazioni radunate a Versailles. V. E. conosce le condizioni della Chiesa in Italia in generale e quelle della S. Sede in particolare scriveva il card. Maffi ... ohi non vorrà dunque dire la parola che pacifichi l'Italia, salvaguardata al Pontefice la sua sacra sovranità? (pp. 286-87).
Di maggiore rilievo è il secondo intervento del card. Maffi. Nel gennaio 1926 il Governo italiano aveva elaborato un progetto per la riforma della legislazione ecclesiastica. Ri­chiesto d'un parere, il card. Maffi scrisse all'on. Paolo Mattei-GentUi, sottosegretario al Ministero della Giustizia e degli Affari del culto, compiacendosi per il grande atto di volontà vigorosa e illuminata (il progetto fu però sospeso per l'inizio delle trattative che portarono alla Conciliazione). Nella stessa lettera il Maffi scriveva ancora: Veda l'on. Mussolini, che ha l'autorità e il potere* se non siano maturi i tempi per altri passi* forse anche di un ultimo e definitivo. Basterebbe per rendergli* al di sopra di ogni altro merito*, perenne il nome... E faccia adunque S. E. l'on. Mussolini se anche non crede venuta l'ora di un concordato di non permettere nulla che possa in qualche modo addolorare quell'animo [del Papa] sovranamente grande, buono e paterno; gliene saranno grati i cattolici d'Italia* i cattolici del mondo... (pp. 288-89).
La lettera* come prova con documenti lo S.* fece impressione su Mussolini* che la tenne per qualche tempo presso di sé. Essa recava la data del 25 gennaio 1926: il 6 agosto dello stesso anno si iniziarono le trattative, prima confidenziali e poi ufficiali, tra il consi­gliere di stato Domenico Barone e l'avv. Francesco Pacelli* che dovevano portare ai Patti Lateranensi del 1929.
Il volume dello S. dà notizia d'un altro intervento del card. Maffi in favore del con­cordato fra la Santa Sede e la Romania. 11 primo colloquio del principe Stirbcy, inviato di Ferdinando I* col Segretario di Stato card. Gasparri ebbe luogo grazie ad una presen­tazione del Maffi ai primi di novembre del 1919. Il Concordato fu sottoscritto però a Roma* dopo lunghe trattative* Q 10 maggio 1927. RBNATO CABMICNAW