Rassegna storica del Risorgimento
1848-1849 ;"?RE (L') NOUVELLE"; CATTOLICI ; GIORNALISMO
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Bernardino Ferrari
che spiegherebbe la sua scarsa popolarità in Italia. Al Montalembert si rimproverava di non. prendere in considerazione i problemi della nazione italiana, di soffermarsi su quelli dei singoli Stati della penisola col palese intento di promuovere soluzioni particolari e particolaristiche al fine di non sollevare, neppure indirettamente, la questione del potere temporale.
A distanza di tempo il giudizio, pur severo, appare fondalmentalmente vero, se si considera prevalentemente l'atteggiamento del Montalembert dopo i dolorosi fatti della Repubblica romana. È, infatti, fuori discussione che il sentimento cattolico influenzò fortemente la visione politica di un uomo che ebbe ad affermare di voler essere cattolico non après tout, ma avant tout *) Cosa che lo portò, dal '49 in avanti, a giudicare con scarso spirito di obiettività, le vicende italiane. Diverse furono invece le sue idee prima del '48-49, quando le simpatie del Montalembert per i movimenti nazionali polacco ed irlandese, inquadrandosi in una calda comprensione delle aspirazioni di tutti i popoli oppressi, andavano agli Italiani come agli altri. Più esatto, dunque, è parlare, come fanno taluni, di una evoluzione nel pensiero di Montalembert nei confronti del problema italiano.
Che i sentimenti del primo Montalembert fossero diversi lo prova il fatto che, nell'introduzione al poema del Micjkievicz, Le livre des Péle-rins poìonais (che è del 1833), egli non soltanto esaltava il sacrificio della Polonia, ma condannava tutta la politica europea che culminò nel convegno di Munchengràtz. Aspramente criticando il ricostituito sistema delle tre potenze centro-orientali, Austria, Russia e Prussia, il Montalembert, abbracciava nelle sue simpatie, tutti i popoli che per tale sistema soffrivano, senza distinzione tra Italiani e Polacchi.
Lo prova ancora l'affettuosa amicizia per il Pellico, i rapporti col Maroncelli e l'Andryane, che, usciti dalle galere austriache, erano riparati a Parigi, la garanzia personale data al ministro degli Interni di Luigi Filippo, conte di Montalivet, a favore di Federico Confalonieri, minacciato di espulsione dalla Francia. Anche alla camera dei Pari, la voce del Montalembert si levò in difesa degli Italiani, come già si era levata in difesa dei Polacchi. Non per nulla, indirizzandogli il suo libro Le speranze d'Italia, Cesare Balbo, che del Montalembert era amico ed ammiratore, lo sollecitava a farsi in Francia difensore della causa italiana. L'invito del Balbo non restò inascoltato. L'11 gennaio 1848, discutendosi alla camera dei Pari l'indirizzo al Re, Montalembert manifestò il proprio stupore per il fatto che in quel testo non si fosse parlato né dell'Italia nò di Pio IX e,
1) Cu. DE MONTALEMBERT, Du dovoir dea cathaliquns dam la question de la liberti d'enscigncment, 1843.