Rassegna storica del Risorgimento

1848-1849 ;"?RE (L') NOUVELLE"; CATTOLICI ; GIORNALISMO
anno <1959>   pagina <314>
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Bernardino Ferrari
italiano trova quindi la sua spiegazione anche in un convinto e vissuto europeismo. *)
Ma soprattutto i cattolici de L'Ere Nouvelle videro negli avvenimenti italiani del primo Risorgimento la realizzazione del loro ideale di un cri­stianesimo aperto al popolo e alla libertà, l'inizio di una nuova epoca storica: quella della vagheggiata riconciliazione della Chiesa con le moderne libertà. Per questo, prima ancora della fondazione del giornale e del for­marsi del gruppo, seguito all'avvento della seconda Repubblica, le figure di primo piano del movimento si erano occupate delle cose d'Italia, se­guendo con appassionato interesse l'opera informatrice di Pio IX che rispondeva cosi profondamente alle loro aspirazioni religiose, politiche e sociali e da cui speravano conseguenze e sviluppi di portata universale.
Un posto segnalato tra essi merita certo Federico Antonio Ozanam.
L'Ozanam, francese di sangue e di lingua, ma nato a Milano, il 23 apri­le 1813, fu al di là delle Alpi tra i più sicuri amici dell'Italia, di cui avvicinò con devozione quasi religiosa, l'arte, la storia, la letteratura. Singolare figura di studioso, egli ebbe molteplici interessi che in uno solo convergono: lo studio dell'uomo, attraverso il diritto, le lettere, l'arte, la filosofia, la storia. In Italia venne, per periodi discretamente lunghi, quattro volte: nel 1833, nel 1841, nel 1846-47 e, infine, nel 1852-53, poco prima di morire.
Insigne medievalista, l'Ozanam si ispirò a Dante e ai poeti france­scani per alcuni tra i più profondi e brillanti corsi che tenne alla Sorbona, succedendo al grande amico del Manzoni, Claude Fauriel, sulla cattedra di letterature straniere.
Nello studio della civiltà italiana, l'Ozanam seppe attuare una felice sintesi tra due aspetti tipici del pensiero e della cultura francese: Vésprìt
diverse, oltre che nel Rosmini e nei cattolici francesi di cui ci stiamo occupando, anche nel Manzoni, nel Tommaseo, nel Balbo e, possiamo aggiungere, nel Mickicwicz e nel­l'Azeglio.
') Scrive a questo proposito il Petrocchi:
La Rivoluzione italiana del '48 è stata per l'Europa del tempo uno stimolo ad in­tendere i problemi del continente con notevole unità di sentimento e di pensiero: ad esem­pio i rapporti interdipendenti tra Afontalembert, Ozanam, P. Lacordaire, Maret, Rendo, Donbet e Ventura, Balbo, Solopis, Lambi'uschiiii, Capponi, Ridolfi, hanno sollecitato e chiarito con precisione il senso dell'unita spirituale cristiana europea: bisogna forse risa­lire a Leibniz e alle sue cocenti preoccupazioni verso l'unità europea nascente da un'orga­nizzazione politico-religiosa pacifista e collaborazionista, per vedere come si sentisse il Cristianesimo non come momento di una più vasta dialettica europeo, ma come il fulcro e il modo stesso di esistenza e di condizione della civiltà d'Europa: in tal senso la rinascita cattolica del Risorgimento italiano ha ovato un notevole senso corroborativo sul pensiero francese e piò genericamente europeo. La stessa ansia morale e purezza di intenti che con­diziona il rinnovamento liberale e nazionale italiano, muove, in tulli gli ambienti anticon-servatori europei, una sincera wnrm afièction for the Italion pooplc. M. PETROCCHI, Riflessi europui sul *48 italiano, Firenze, 1948, p. 121.