Rassegna storica del Risorgimento
1848-1849 ;"?RE (L') NOUVELLE"; CATTOLICI ; GIORNALISMO
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1959
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/ cattolici de L'Ere nouvelle 315
géométrique, che ne esprime il rigore logico, e Vesprit de finesse, che fa credito al sentimento, alle ragioni del cuore, rendendo intelligibili per intuizione le verità meno evidenti. Proprio tale duplice atteggiamento gli permise di trovare la chiave per penetrare nella varia e grandiosa perfezione della Commedia dantesca e di togliere credito in Francia ai preconcetti di origine Uluniinistica che il Settecento, con il suo amore per il non barocco , per il semplice, per Pintuitivo, attraverso il giudizio ironico del Voltaire, aveva diffuso con ostentata presunzione, e che l'Ottocento ribadiva ed accentuava col Villemain e col Lamartine.
Partendo dalla stessa concezione della poesia, che concilia estasi mistica ed estasi estetica, POzanam riuscì anche a comprendere, assai meglio di altri, lo spirito e la candida poesia del francescanesimo e tra i primi, per esempio, ravvisò in Jacopone da Todi, considerato comunemente rozzo poeta popolare, un artista ricco di esperienza mistica e di dottrina.
Oltre alla poesia, interessò POzanam anche la storia d'Italia, specialmente per i problemi che hanno attinenza con l'origine delle libertà municipali. Avrebbe avuto intenzione di approfondire lo studio dell'emancipazione del Comune di Milano, avviata dalla scuola di Santa Marta sotto la guida del diacono Arialdo, e di collegarla con quella di Ravenna, di Berna, di Firenze, che gli sembravano essersi attuate sotto il medesimo soffio ispiratore del guelfismo.
E dell'Italia POzanam. segui, con grande simpatia, le vicende contemporanee. Tra i quattro soggiorni di cui si è detto, il più importante, da questo punto di vista, fu certamente il terzo. Se infatti fino allora l'Italia aveva attratto, con l'incanto della natura e lo splendore dell'arte, il suo affetto istintivo, in quegli anni, i fremiti di libertà e di indipendenza, che scuotevano tutta la penisola, attrassero la sua sensibilità di studioso di problemi sociali e politici.
Tutti gli esponenti maggiori del cattolicesimo liberale italiano gli erano già noti, ne conosceva a fondo il pensiero, ad alcuni di essi, come al Tommaseo, era legato da particolare amicizia. Una menzione particolare meritano, per l'importanza del personaggio, i suoi rapporti col Gioberti. Egli era stato in un primo tempo tra gli ammiratori del filosofo, presentato a Ini da Giuseppe Massari, e ne aveva preso le difese contro gli attacchi della Revue des Deux Mondes. In una lettera del 18 maggio 1844 al Massari,
scrìve:
Ce n'osi pas quo le nom do Monsieur Gioberti, si honorablement connu en France, eut besoin d'une apologie contro des méprisables attaques.
Tout le monde commence à appreoier à sa juste valeur la critique d'une Revue qui cherche la popularité dans la violence et le scandalo. Mais je felicito les amia de Monsieur Gioberti d'une provocation qui a mis le célèbre