Rassegna storica del Risorgimento

1848-1849 ;"?RE (L') NOUVELLE"; CATTOLICI ; GIORNALISMO
anno <1959>   pagina <339>
immagine non disponibile

/ cattolici de L'Ere nouvelle 339
il signor Rendu Eugenio, lo somiglia di genio, di studi, di nobili affetti, come gli à congiunto per vincolo di parentela* e benché fresco d'anni, è maturo di giudizio, di che fanno buon segno i sensatissimi articoli da lui inseriti nel Siècle e nella Revue Nouvelle, alcuni dei quali riguardano le cose nostre. Tornando essi a visitare l'Italia, desiderano di conoscere di presenza l'illustre autore delle sue Speranze e si rallegrano di fare tal conoscenza nel punto medesimo che esse speranze cominciano ad adempiersi, e che il loro banditore acquista titolo di profeta. Crederei di far cosa superflua se le raccomandassi i due generosi Francesi; le dirò soltanto che poche persone mi paiono così degne e capaci di conoscersi ed apprez­zarsi scambievolmente come essi e Cesare Balbo. Mi creda quale sono di cuore colla solita stima non meno alta che sincera ed affettuosa. "
Delle relazioni dei due con. l'Italia si è occupato Jules Gay in un docu­mentato studio Deux temoins du mouvement national italien, inserito nella più vasta opera che tratta dei rapporti franco-italiani nel secolo XDC. 2> L'attenzione del Gay è, però, particolarmente rivolta all'inchiesta sulle condizioni morali e materiali dell'Italia che il Doubet condusse nel 1853-54, nonché agli scritti del Rendu del 1858-59 e alla sua collaborazione alla stesura della brochure UEmpereur Napoléon III et VItalie. Minore è invece il rilievo dato alla parte avuta dai due nel 1848 e 1849, che pure fu note­vole. Soprattutto il Rendu si sforzò di dare, attraverso i suoi scritti, alla causa italiana un contributo di pensiero che, sotto certi aspetti, non è inferiore a quello dell'Ozanam.
Già nel 1846 egli aveva dedicato al nostro paese uno studio L'Italie et le public frangais e aveva poi, tra il 1846 e il 1848, scritto diversi articoli raccolti nel volume Questions Italiennes. Quale eco avessero le sue osservazioni in Italia lo apprendiamo da una lettera di Massimo d'Azeglio all'autore:
a Permettezmoi, sans avoir encore le plaisir de vous connaftre de visu, de vous adresser mes rcmerCiments persomiels et ceux de mes compatriotes pouf les bons coups d'èpaule que vous nous avez donnés dans la presse parisienne. Vous avez au mieux com­prili la situation, et, du premier coup, saisi la note: puissions-nous, en France et en Angle-terre, avoir beaucoup d'amis tele que vous! D'aptès ce que m'écrit cet cxcellcut Doubet, j'ai espoir de vous voir prochainement soit ici, soit à Rome, où je retournerai bicntót. A l'avance, soyez le bienvenu, et comptez que vous sercz traité en amico di casa . 3)
Fatta la necessaria presentazione del Rendu, che verso la fine del '48 sembra quasi sostituirsi all'Ozanam nell'occuparsi particolarmente delle cose d'Italia, torniamo al suo studio sul problema dell'intervento francese.
*) Lettera dei Gioberti al Balbo, 1 ottobre 1848, in V. GIOBERTI, Epistolario, edi­zione nazionale a cura di G. GENTILE e G. BALSAMO CMVELU, voi. Ili, Firenze, 1934, ;pp. 12-13.
*) J. GAY, Las deux Rome et Vopinion francai, r.ii.. oh. II, pp. 26-100.
B) Lettera di M. d'Azeglio al Rendu, fine di settembre 1847, in L'Italie de 1847 à 1865, ed., p. 23.