Rassegna storica del Risorgimento

1848-1849 ;"?RE (L') NOUVELLE"; CATTOLICI ; GIORNALISMO
anno <1959>   pagina <361>
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/ cattolici de L'Ere nouvclle
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speranza o meglio la certezza che les principes proposés par L'Ere Nouvelle germeront en silence, per dare i loro immancabili frutti nel­l'avvenire.
Particolarmente doloroso fa il ritiro dell'agone giornalistico e politico di Federico Ozanam. L'articolo di gennaio e le parole pronunciate alla Sorbona erano stati i suoi ultimi interventi sulla situazione italiana ed, in genere, le sue ultime manifestazioni di partecipazione alla politica attiva. Poi, estenuato da quella battaglia, per ora perduta, ma condotta con tanto coraggio, si era tirato in disparte, anche se, per un atto di coerenza morale, aveva voluto firmare il manifesto di congedo.
L'Ozanani fu veramente l'uomo tipico del '48* ima delle più nobili espressioni di quel!' esprit de 1848 , elaboratosi negli anni precedenti e sbocciato nel clima eroico della primavera dei popoli redenti , che romanticamente esalava, in esiti drammatici, i suoi aneliti alla libertà, invocata a nobilitare tutte le manifestazioni umane. Nell'ambito del pen­siero politico, il romanticismo aveva elaborato il concetto storicistico di nazione, anteponendolo al concetto di Stato, che l'illuminismo aveva, a successive riprese, accuratamente definito nella sua essenza moderna. E proprio per la nobile nazione italiana illustre per lingua, per civiltà e per pensiero, l'Ozanam chiede giustizia, quando esorta l'Europa e la Francia in particolare a sostenere la guerra, che gli Italiani hanno mosso all'Austria. E la sua prosa diffusa, ridondante, per sincerità di affetti non già per artificio retorico, di immagini, di perspicue aggettivazioni, di concitati accenti, di sdegni e di nostalgie, in un discorso pur sorretto da esigenze critiche e da argomentazioni logiche, ricorda stranamente da vicino l'appassionata prosa del Mazzini che, militando nel campo avverso <c degli anarchici , degli utopisti (come Ozanam. li chiamava), susci­tava le sue ire di cattolico.
Diversissimi di idee, i due attingevano però, nell'aspra indiretta pole­mica, alla medesima ricchezza di sentimento, mirando a persuadere il lettore con un discorsa rivolto prima al cuore che alla mente. Inoltre, comune ad entrambi, è la speranza in un avvenire migliore ad opera di una giovane, incorrotta, nuova forza propulsiva: il popolo, i lavoratori, a cui pure è dovuta giustizia.
Venuto meno questo spirito, cadute le speranze di risolvere d'impeto le situazioni e i problemi in. nome di una giustizia e di una fede, l'Ozanam, anche a prescindere dalle sue condizioni di salute, doveva cedere il posto. Altri subentravano e la politica, sia nei rapporti internazionali, sia nella soluzione dei problemi interni e sociali di Francia, diventerà sempre più frutto di calcolo e di compromesso. Sempre più rari quindi si fanno nella seconda metà del secolo anche in Francia, se si escludono alcune com-