Rassegna storica del Risorgimento
1848-1849 ;"?RE (L') NOUVELLE"; CATTOLICI ; GIORNALISMO
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1959
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362
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362 Bernardino Ferrai
mosse pagine di Fustel de Coulanges sulla guerra francoprussiana, gli appelli al sentimento, le invocazioni di principio.
Di carattere puramente personale, non coinvolgente pertanto la responsabilità degli altri uomini dell'ormai disciolto gruppo, è da considerarsi la presa di posizione di Eugène Rendu dopo l'entrata delle truppe francesi in Roma. Va comunque ricordata come una originale manifestazione di pensiero, improntata a grande libertà nel valutare il lato temporale del problema, di un uomo che de L'Ere Nouvelle era stato gran parte. Naturalmente il Rendu, cattolico ortodosso e ossequiente a Roma, non intendeva far altro che esprimere un particolare giudizio sugli aspetti, come si diceva* temporali e quindi opinabili della questione. È noto in quali termini essa si poneva. Il 18 agosto il PrincipePresidente inviò al colonnello Edgard Ney una lettera nella quale, affermando che la Repubblica francese non aveva inviato un esercito a Roma per schiacciare la libertà italiana, ma per disciplinarla, e salvarla dai suoi medesimi eccessi, fissava alcune condizioni per il ristabilimento del Potere temporale: amnistia, secolarizzazione dell'amministrazione, codice napoleonico, governo liberale, lì
Tali richieste parvero inaccettabili alla Curia e Pio IX, con un molti proprio da Portici, il 12 settembre fissò il maximum delle sue concessioni in un'amnistia, un Consiglio di Stato, una Consulta per la finanza, una riforma dei codici e nel mantenimento dei Consigli comunali forniti di larghi poteri. In Francia le discussioni sui due documenti furono subito accese, all'Assemblea e fuori, ostinandosi il Presidente nel mantenere il proprio piano, pronunciandosi invece la maggioranza dei suoi collaboratori per il motu proprio del Papa.
I cattolici francesi, nella quasi unanimità, si dichiararono nettamente contrari al progetto presidenziale, che consideravano non solo una inaccettabile limitazione della libertà d'azione del Pontefice, ma anche contrastante con la natura stessa del Potere temporale. A Rome la nature mème du pouvoir scriveva in quei giorni il Montalembert al de Mérode exclut tonte idée de partage de la souveraineté en quoi que soit. Il loro portavoce all'Assemblea fu naturalmente il Montalembert stesso che, il 19 ottobre, in sede di discussione del rapporto del Thiers, pronunciò uno dei suoi più splendidi discorsi politici.
Nel pieno della polemica suscitata dalla lettera del Principe-Presidente e del motu proprio papale, il Rendu pubblicò, in settembre, sulla Revue des Réformes et du Progrès, una sua brochure dal titolo Les con-ditìons de la pai dune les Etale Romains.
) A. DE FAIXOUX, Mimoires d'un royalhte, Paris 1888,1.1, p. 528.