Rassegna storica del Risorgimento
1848-1849 ;"?RE (L') NOUVELLE"; CATTOLICI ; GIORNALISMO
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Bernardino Ferrari
Repubblica francese era stata dalle circostanze costretta ad intervenire per portare il Papa a Roma. La loro posizione era stata, specialmente in alcune circostanze, estremamente difficile e delicata. Si esponevano infatti ad essere attaccati da destra e da sinistra, dai clericali, perchè favorevoli alle idee di libertà e di indipendenza italiana, dagli anticlericali, perchè cattolici I primi avevano buon gioco nelTaccusarli di tiepidezza religiosa, di simpatie gianseniste, se non addirittura di indulgenza verso il laicismo liberale e il protestantesimo. I secondi, dal canto loro, traevano motivo dalla fedeltà delTOzanam, del Rendu e degli altri alla Chiesa per parlare sarcasticamente di clericalismo e di bigottismo. Fu invece una posizione ben chiara e definita di religiosità cristallina, che assumeva, di fronte ai problemi esclusivamente politici, libere forme. Essi, restando, a differenza del Lamennais, nella ortodossia, seppero armonizzare, sempre sereni, l'obbedienza alla Chiesa con una sostanziale fedeltà agli ideali liberali e democratici. I migliori, come l'Ozanam, con l'altezza del pensiero e l'acutezza del giudizio, avvertirono le cause profonde e la portata reale delle profonde mutazioni che stavano avvenendo in Europa: l'anelito alla libertà, l'aspirazione a sistemi democratici e rappresentativi, la continua e progressiva affermazione delle classi popolari, lo spirito di indipendenza e di autonomia nazionale dei popoli usciti di minorità. E suggerirono con passione i mezzi che loro sembravano più adatti per inquadrare questi fenomeni nella visione cristiana della vita. Come a un di presso faceva, nello stesso momento cruciale della storia della Chiesa e d'Italia, Antonio Rosmini Serbati, il cui nome abbiamo avuto spesso occasione di richiamare. Il tempo e gli avvenimenti mostrarono poi quanto i loro consigli e disegni fossero giusti e lungimiranti.
Scioltasi Véguipe del giornale, i suoi componenti assunsero, di fronte alla presidenza di Luigi Bonaparte, prima, alla restaurazione dell'Impero, poi, atteggiamenti diversi. Nettamente e dichiaratamente ostili il P. Lacor-daire e l'Ozanam. La libera parola, con cui il primo denunciava dal pulpito come misérable, qui emploie des moyens misérables pour atteindre son but (discorso del febbraio 1853 a SaintRoch), è ben nota. L'Ozanam, da parte sua, osserva, in una lettera al Duflìeux (8 aprile 1851), con amarezza l'opera di quei cattolici che la debolezza , la tentazione di pigrizia e di scoraggiamento , spingeva a sostituire, sia pure in buona fede, la difficile azione del proselitismo personale col soccorso del proselitismo legale. È una precisa denuncia del pericolo maggiore del bonapartismo, quello cioè di soffocare, dietro l'illusione di un'interessata protezione ufficiale, i fermenti di libertà del messaggio evangelico.
Comunque, qualunque fosse la loro reazione di fronte alla situazione determinatasi in Francia, l'interesse per il problema italiano perdurò