Rassegna storica del Risorgimento
1859-1860 ; TOSCANA
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Renato Carmignani
tinuò a difendere la politica francese, combattendo nel contempo l'idea annessionistica e schierandosi in favore di quella napoleonica della federazione.
Pugnali a parte (che poi non si fecero vedere), l'Alberi dovette incassare atroci sarcasmi, aspri rimbrotti e pacate, ma non per questo meno pesanti repliche. Bettino Ricasoli in una lettera a lui diretta si dice lieto che ogni cittadino senta il dovere di soccorrere la propria patria, ma deplora lo zelo eccessivo e cieco. Meno diplomatico e certo più logico è il Finocchietti, che respinge il consiglio dell'Alberi di rimandare l'unificazione a guerra finita: al contrario, conviene aspirarvi fin d'ora con manifestazioni di adesione popolare, che stiano a significare, nel modo più. legale e pacifico, la piena e intera volontà della maggioranza dei cittadini. *>
Anche in corrispondenze private (ma queste avevano diverso peso, evidentemente) si possono trovare esaltazioni infiammate di Napoleone III. Si vedano in Appendice le lettere di Tito Yignoli. L'Imperatore non vuole le restaurazioni; Villafranca non ha interrotto l'opera da lui iniziata; la sua figura sarà la più grande del secolo, se riuscirà vittoriosa la lotta intrapresa contro il socialismo e contro la lega dei despoti; se, mandata in rovina l'Austria, Napoleone III costruirà l'Italia, cacciando i principi cardinali e facendo accettare da tutti il principio della sovranità dei popoli. Napoleone e Cavour, che visti dappresso sembrano meno colossali, faranno stupire per avere saputo, in pochi anni, far progredire di secoli l'Europa e il mondo.
Non mancano, però, nei carteggi e negli scritti di quei mesi destinati alla stampa, più pacati giudizi. Dalle lettere emerge, espressa o sottintesa, la convinzione che le armi imperiali, affiancate dall'azione diplomatica e militare di Cavour, decideranno la cacciata degli Austriaci dall'Italia. Per i moderati, insomma, Napoleone III rappresenta il progresso ordinato nella soluzione dei tanti problemi politici e sociali. Di diverso avviso è Giuseppe Montanelli che, rientrato in Italia dopo l'inizio della guerra, si convince presto che il disegno federativo esposto nell'opuscolo Napoleone III e l'Italia non aveva seguito fra noi e, malgrado numerose pressioni in favore esercitate su di lui all'arrivo a Firenze, non fece mistero della propria convinzione. In cuor suo era, però, soddi-
1) C, COLLODI, JZ sig. Albóri ha ragiona!.... Diario Apologetico, Firenze, Tip. Galileiana di M. Celli ni e C, 1859; Dalla rivoluziono del 27 aprile all'annessione. Lettere ìned. a Bettino Ricasoli, per cura di A. Sopori, Firenze, Ist. Bibliografiico It 192; F. FINOCCHIETTI, Dell'unificazione italiana, discorso, Fisa, Tip. Pieraceini, 1859, pp. 25-26. Sono anche da vedere le deplorazioni private di Silvestro Centofanti a G. P. Vieusscux: veti- Lettera n. 42 dell'Appendice.