Rassegna storica del Risorgimento
1859-1860 ; TOSCANA
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1959
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388
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388 Renato Carmignani
Non vè dubbio che la buona stampa in favore di Napoleone III JSC Italia e in Toscana, era legata strettamente all'odio per l'Austria, che fini per riversarsi a poco a poco sugli stessi Lorena. Questo tema è comune nella pubblicistica e nei carteggi privati. Si comprende che la famiglia granducale è rimasta sorda al sentimento popolare che l'accomunava nella condanna allo straniero: così, a poco a poco, specie fra le masse popolari fiorentine e fra non pochi moderati, si va facendo strada il convincimento che un solco profondo divideva ormai i sudditi dal trono e che non c'era altra soluzione (l'idea dell'abdicazione del Granduca rappresentò l'estremo tentativo, rimasto del resto senza seguito, malgrado consigli e sollecitazioni autorevoli) che la cacciata del Principe.
L'odio per l'Austria ha reso possibile la fusione di tutti i partiti (Appendice, n. 5) e una profonda intesa fra la truppa e il popolo. La truppa è anzi dispiaciuta di essere tenuta ferma, dopo essere stata invitata a pronunziarsi (Appendice, n. 16); *) Austria e potere temporale dovevano cadere insieme in Italia e Napoleone ha recitato per essi il De Profundis (Appendice, n. 30).
L'argomento antitemporabstico ci richiama un appello de I protestanti italiani ai protestanti inglesi e tedeschi, scritto da Giuseppe Montanelli, riportato in Appendice, n. 48. Ai confratelli inglesi e tedeschi Montanelli chiede, in nome della libertà di coscienza, aiuti nella lotta contro l'oppressore asburgico. Il trionfo dell'Austria costituisce il maggior pericolo per la cristianità riformata in Italia e in Europa, poiché l'Austria è sempre stata alleata al cattolicesimo fanatico e intollerante. Non è neppure da temere l'accrescimento dell'influenza francese in Italia: la Francia, ancorché imperiale e cattolica, è fautrice dal 1789, della libertà di coscienza. Sotto l'influsso di questo principio, l'Italia non potrà diventare mai nemica della libertà di coscienza, come lo sarebbe invece un'Italia austriaca e gesuitica.
Quanto ai Lorena, l'esperienza dal 1849 in poi ha provato al popolo toscano che una dinastia austriaca è incompatibile con la pace del paese: non è solo questione di libertà, ma dell'indipendenza nazionale; non questione di uomini, ma di cose, non questione di maggiore o minore
*) Stri rapporti fra la troppa e il popolo e sul comportamento dell'esercito si veda F. SAHDAGNA, Le truppe toscane nel 1859, in Rivista militare italiana., 1909, estratto pagine 6-7; Dalla rivoluzione del 27 aprile all'annessione c/c, p. 6; M. Pucci om, La rivoluzione toscana del 1859 in confessioni e ricordi e in una lettera di Ferdinando Martini, in Rassegna storica del Risorgimento, maggio-giugno 1934; Appendice, n. 16; M. TABAJUUNI, Diario, 1859-1860, a cura di A, PANEIXA, Introduzione e note di S. CANTERANI, Firenze, Le Mounier, 1959, p. XIX.