Rassegna storica del Risorgimento
1859-1860 ; TOSCANA
anno
<
1959
>
pagina
<
393
>
Opinioni e problemi in Toscana 393
ziniano. In Toscana, la maggior parte dei seguaci dì Mazzini poteva dirsi appartenente alla frazione degli unitari del partito nazionale, ad eccezione dei pochi che inclinavano a una confederazione di repubbliche italiane.
Le diverse e spesso assai differenti posizioni politiche dettero lnogo, naturalmente, ad azioni politiche talvolta anche contrastanti, x) ciò che determinò non poche incertezze nella condotta e nello sviluppo degli avvenimenti.4) Aveva dunque buone ragioni l'Alberi, a parte le sue esaltazioni napoleoniche, quando scriveva che la giornata del 27 può definirsi, come dissero i Francesi d'una loro, essere stata la journée des dupesi gli antidinastici vinsero e non sono al potere; i dinastici furono vinti e lo tengono (Appendice, n. 2).
I moderati sentono, però, la necessità di mantenere il fronte unico delle forze politiche: la preoccupazione è evidente nei-carteggi privati. L'odio per l'Austria e l'intento di consolidare gli obbiettivi conseguiti hanno realizzato la fusione di tuttii partiti (Appendice, n. 5). L'aspirazione all'unità è stata capace di far tacere i dissensi, ma se l'Italia venisse a bipartirsi, i vecchi partiti rialzerebbero il capo e le forze ora accomunate si scinderebbero e così separate potrebbero essere facilmente vinte dagli austricanti e dai retrivi (Appendice, n. 25).
Ma già ai primi del maggio 1859, a poco tempo dal fatidico giorno della cacciata del Granduca, c'è chi lamenta le scissione dei partiti, (Appendice, n. 18), forse senza pensare che nei mesi seguenti, certo in conseguenza del procedere degli avvenimenti, le lamentele si sarebbero trasformate in aspre rampogne antimazziniane e in truci propositi (Appendice n. 7 e 41). In verità, il fronte unico era stato reso possibile, come abbiamo visto, dalla coincidenza di scopi e dal verificarsi di circostanze, determinando magari spostamenti di singoli o di gruppi, ma senza annullare, nella sostanza, la peculiarità delle forze politiche. Basti pensare ai repubblicani, che, sotto l'azione stimolatrice di Mazzini,
*) E. RUBIBBX, Storia intima della Toscana dal 1 gennaio 1859 al 30 aprilo 1860, Prato, Alberghetti, 1861, pp. 8-10, 6. FONT ERO ss r, La fine di un granducato cxt-, p. 57.
2) Le diverse fasi nei momenti decisivi sono assai bene illustrati da A. PA-NELLA. Un po' di luce su una * Storia di quattro ore*, in Ad Alessandro Lazio, Firenze. Le Monnier, 1933, IL II Panello pone bene in evidenza anche come i moderati finiscano per promuovere una rivoluzione dall'ulto per prevenire quella dal basso: cosi, mentre dapprima per timore delio rivoluzione popolare s'appoggiarono al Granduca, caduta questa speranza si orientarono verso Vittorio Emanuele II. Cfr. anche A. NOKSA, Il placido tramonto di un regimo, XXV11 aprilo 1859, Firenze, Barbèra, 1912, pp. 16-17; P. ALATBI, / moderati toscani, il richiamo del Granduca, il decennio di preparazione, in Rassegna storica del Risorgimento, ottobre-dicembre 1952, pp. 354, 361, 362; AL TÀ-BAJIHINI, Diaria eh., p. XXVI. Si veda, a conferma, il giudizio di Emilia Morelli in O. MASSAIU, Diario dalle cento voci cit.t p. XXXI.