Rassegna storica del Risorgimento

1859-1860 ; TOSCANA
anno <1959>   pagina <394>
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394 Renato Carmignani
per quanto talvolta riluttanti e quindi in modo non sempre deciso, avevano mostrato di voler mantenere una propria autonomia in vista degli sviluppi e delle responsabilità avvenire.L)
Il 'fronte unico delle forze politiche toscane nel '59 celava profonde incrinature anche negli stessi intenti per i quali sembrava raggiunto l'accordo: ad esempio, sul modo di realizzare l'unità nazionale. a) Del resto, abbiamo già visto come gli autonomisti e i confederalisti non fos­sero, fra le classi sociali più alte, poco numerosi. C'erano, poi, i soste­nitori dell'annessione al Piemonte e, infine, gli unitari. Il corso degli avvenimenti determinò ripensamenti e revisioni famose quelle di Leopoldo Galeotti e di Gino Capponi8) , preparando il quadro poli­tico nel quale dovrà essere progettato e realizzato, almeno per la Toscana, l'assetto politico amministrativo del nuovo Stato nazionale.
Anche per questo problema, richiameremo poche opinioni, talune chiare altre meno, sufficienti, crediamo, a delinearci almeno il tormento e le preoccupazioni cui dette luogo. Valga la lettera di Tito Vignoli, datata da Torino il 16 marzo 1860, raccolta nell'Appendice, n. 40. Marco Minghetti è un ministro ottimo e lavora con cuore ed energia; il suo programma di riordinamento amministrativo d'Italia è eccellente: non c'era da dubitarne, perchè Minghetti rispetta molto certe particolari diversità nelle provincie italiane, e non è uno degli idrofobi fonditori di popoli. L'Italia sarà una, ma si rispetti anche la sua vita particolare in certe cose.... *1
") Cfx. Scrìtti Editi e Inediti di G. MAZZINI, Voi. LXIII, pp. 289, 304, 306, 388; voi. LXV, pp. 44, 89, 127, 193, 199, 201, 213, 242, 324; voi. LXVH, pp. 117, 154, 278, 283, 284; voi. LXVIH, p. 113.
z) Qui sorvoliamo di proposito la ridda delle opinioni sulle tante soluzioni al problema toscano dopo la partenza dei Lorena, prima che si delineasse possibile e si­cura l'unificazione col Piemonte: si veda, ad ogni modo, l'Appendice* nn. 3, 13, 19, 23, 25, 28, 29, 33, 57.
s) G. CALAMARI, Leopoldo Galeotti e il moderatismo toscano, Modena, Soc Tip. Modenese, 1935, p, 126.
*) Queste preoccupazioni dovettero essere largamente condivise e dettero anche luogo a prese di posizione assai energiche. Opportuna era la centralizzazione di tutto ciò che è strettamente necessario alla vita politica della Nazione, dando però nella organizzazione amministrativa un largo compenso al sentimento ed all'interesse Muni­cipale delle diverse parti della Penisola: La Toscana e i suoi Granduchi della Casa di Lorena cit., p. 66. Addirittura minaccioso si dimostrò Leopoldo Galeotti, quando Il 19 maggio 1859 scrisse all'Azeglio, affermando che il Governo sardo doveva met­tersi in capo tre cose: 1) che non ci si deve trattare come paese conquistato; 2) che bisogna usare molti riguardi alle persone; 3) che la Società Nazionale non è la Toscana. La Toscana è piccina ma, come suol dirsi, c'è tutta. Può essere sopraffatta per due o tre giorni, ma poi si risente, ed ha parole e ingegno per risentirsi bene. Qui dove la