Rassegna storica del Risorgimento

1859-1860 ; TOSCANA
anno <1959>   pagina <396>
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396 Renato Carmignani
Un problema che fece molto riflettere e discutere in Toscana nel '59 fu quello delle elezioni, delle quali si comprendono il significato e le conseguenze, mentre il plebiscito già da tutti scontato dette luogo soltanto a manifestazioni di soddisfazione e di compiacimento.
Le elezioni sono una cosa grande che siamo chiamati a fare, e basta ciò solo a mostrare quanto sia rialzata la nostra vita: così Gino Capponi (Appendice, n. 9). È peraltro necessario che il parlamento, che ci si prepara a scegliere, sia il vero interprete dei desideri e delle espres­sioni dell'intera Nazione . *)
L'ampiezza da dare al suffragio dette luogo a contese, nelle quali i moderati dovettero battersi contro i codini, che non vedevano, con la legge elettorale vigente, adeguatamente convalidato il voto popo­lare; s) e contro i mazziniani e i democratici in genere, che chiedevano il suffragio universale. Le ragioni delle due posizioni che, parrà sin­golare, assertori del più ampio voto popolare e legittimisti si trovarono, certo loro malgrado e per diversissime ragioni, dalla stessa parte (ved. anche Appendice, n. 43) sono efficacemente espresse da Leopoldo Galeotti e da F. D. Guerrazzi.
H Galeotti procede per via di ragionamento e di logica dimostra­zione e, richiamata la legge elettorale del 9 marzo e 26 aprile 1848 con le modificazioni del 1852 (apportate in regime granducale) può affer­mare, contro gli avversari di destra, che in fondo i recenti perfeziona­menti hanno reso più democratica la consultazione Ai democratici il Ga­leotti oppone i risultati elettorali, che non sarebbero stati spostati da un'ammissione generale alle urne.3)
Il Guerrazzi non argomenta, attacca con cruda eloquenza: perchè di grazia escludesi il popolo dal voto? Perchè ei non paga dieci lire di tassa?
*) Come finirà? ci*., Non manca di auspicare un'adeguata preparazione del popolo all'esercizio dei suoi diritti M. CABLOTTI, Le elezioni toscane e il Parlamento nazionale cit., p. 199. In merito alle elezioni sono da rilevare (Appendice, n. 5) le pre­mure per la legge comunale, che costituirà la prima base della nostra rigenerazione. Non basta esercitare dei diritti, bisogna saperli esercitare, e la pratica di onesto eser­cizio si fa nei municipi per le continue discussioni che si debbono fare. Per le stesse ragioni di educazione civica è necessario e opportuno che i cittadini d'ogni ceto pos­sano e debbano entrare a far parte della guardia nazionale. Sulle elezioni si veda R. DELLA TOKRE, La evoluzione del sentimento nazionale in Toscana, dal 27 aprile 1859 al 15 marzo 1860* Milano, Albrighi Segati e C, 1915, pp. 261 sg.
2) Cfr. La nuova politica napoleonica il partito piemontese in Toscana, s.i.r.., 1 febbraio 1860: l'opuscolo attacca il partito piemontese in Toscana e, fra l'altro, do­manda: l'avete voi consultata seriamente questa pubblica opinione, del cui concorso vi andate ogni giorno vantando con tonto e si fiera sicurezza; o non più tosto avete cercati tutti i mezzi per soffocarla? (p. 22; si veda anche a p. 38).
3) L'Assemblea Toscana, considerazioni otti, capi, l.: