Rassegna storica del Risorgimento
FRANCESCO IV DUCA DI MODENA E REGGIO ; MENOTTI CIRO
anno
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1918
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pagina
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645
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Ciro MmtH e il Duca di Modena 645
da Bologna con mezzo particolare e straordinario, con la quale ve- niva egli avvertito che la città di Bologna aveva fatta la sua rivo- lozione e che dodicimila Bolognesi venivano armati in aiuto de' liberali Modenesi . Il Gamorra restò al laccio e, commendando la fedeltà del Cialdini, voleva introdurlo all'udienza di Francesco. Il furbo, conoscendo che difficilmente si sosteneva la menzogna e ohe la sua impudenza non si sarebbe sottratta allo sguardo sovrano, si eluse dall'onorifica inchiesta e lasciò l'inventata lettera nelle mani del segretario, il quale, tostamente comunicandola a S.JJt fece de- eidere al Sovrano di tostamente rifugiarsi con la sua famiglia nei prossimi austriaci Lombardi dominii . Così il cronista Setti, che non risparmia veleno contro questo matricolato birbante . come lo chiama in uno scoppio d'ira.1
Lo strattagemma del Cialdini fu la goccia che fece traboccare il vaso ; del resto, già al colmo. Per testimonianza del Setti stesso, si seppe nel decorso di detto giorno 4, che la piccola città di Mirane dola per la prima, poscia Carpi, Reggio ed i paesi vicini avevano inalberata bandiera tricolore; che era vano aspettare truppa au- striaca; e che non era possibile che i pochi soldati Estensi potessero sostenere tante fatiche .
Racconta il Galvani, che la sera del 3, durante l'assedio della casa Menotti, il Duca or venia in Canalgrande, ora montava per. qualche istante a consolare la sposa ed i figli, ora si tratteneva col militare nella piazza della reggia. Trova vasi appunto colà quando un uomo, tutto ansante, vi soprarriva correndo. Era il custode della Porta di S. Francesco che recava l'annunzio essere giunti sotto le mura i dragoni di brigata in Sassuolo inseguiti da un cencinquanta e più insorti, e difendersi i primi disperatamente da un si gran numero, * e chiedere che si aprisse la porta, ma non averlo egli osato per non introdurre anche i nemici; intanto continuar ivi la zuffa. Or- dinò il Duca sull'atto che cinquanta granatieri ed un cannone ivi si recassero in tutta fretta e raccogliendo a salvezza que' valorosi, sbandassero e cacciassero i ribeili.... La zuffa fuor Porta S. Fran- cesco e la grossa masnada che era arrivata fin là, cominciava a rivelare quell'altra parte della trama, che erasi fin allora ignorata, cioè la cooperazìone delle vicine città e borgate. Francesco IV giudicò allora che tutto non sarebbe finito colTarresto de' compagni di Ciro Menotti, e che in più punti de' suoi dominj avrebbe dovuto rimetter
ISBTXI A.. Ave mi monti occadnti in Modem mll'anm tSai; la SFOBZA. <*., Za- rjpolnzionc dei 0t mi Dimio di Modoiat pp. 279-280.