Rassegna storica del Risorgimento
DUE SICILIE (REGNO DELLE) ; ROSSETTI GABRIELE ; MOTI 1821
anno
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1959
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pagina
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418
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418 Pompeo dannatitonio
A questo anonimo opuscolo, intitolato Alla difesa, o cittadini!, possiamo, per varie testimonianze, attribuire, con certezza, Fautore.
In una nota a La vita mia, biografia in sestine, Gabriele Rossetti, l'ispirato poeta dei moti napoletani, dice, a proposito della sua attività in tale periodo: Composi sicché più di sessanta proclami in successive circostanze che girarono stampati per tutta la Carboneria, nella quale mi trovava membro dell'Assemblea Generale, ed un esteso opuscolo: AlVarmi, o cittadini, il quale infiammò gli animi tutti, quando fu noto il tradimento del perfido re Borbone .2)
Conferma a tale asserzione ci viene dal suo biografo T. De Angelis, che parlando dell'attività rivoluzionaria del Rossetti fra l'altro asserisce: dettava un opuscolo dal titolo Alla difesa, o cittadini .2)
Il Rossetti, si sarà notato, nel citare l'opuscolo ne modifica il titolo, che sostanzialmente non cambia; l'errore sarà nato dal fatto che il poeta, a distanza di anni, scriveva tra il 1850 e il 1853, non poteva ricordare con esattezza il titolo dell'opera, di cui certamente non possedeva nell'esilio londinese nessun esemplare, data la sua avventurosa fuga da Napoli agli inizi della Restaurazione.3) D'altra parte il grido All'armi, o cittadini è ripetuto nel testo dell'opuscolo, 'f in Il Canto Militare,5) scritto appunto per eccitare gli animi nell'imminenza dello acontro armato, e nei versi de II Veggente in solitudine, rievocanti il periodo costituzionale napoletano. 6)
Due periodi, poi, dell'opuscolo in oggetto nel ricalcare motivi noti della poesia rivoluzionaria rossettiana del 182021, ci danno un'ulteriore prova della paternità del Tirteo napoletano . Fu per noi dice il poeta la libertà un bene di pura fede, come quella della vita futura. La stessa libertà del 99 non era che un fantasma di libertà, perchè giunta in questa terra fra le spade de' vincitori: e noi felici, anche in mezzo a quel disastro, che non avemmo neppur tempo di vederla cangiare in servitù: libertà donata fa il liberto e non l'ingenuo; e il liberto è poco più che il servo. Ma questa che col nostro sudore ci conquistammo, questa è vera libertà, bella come la virtù che la produsse: libertà, che imposta la corona sul berretto, e stesa una mano al Popolo e l'altra al Monarca, maritò con eterno coniugio la maestà del Monarca con quella del Popolo; talché ne risulta una maestà sola ed indivisibile . 7)
G. ROSSETTI, La vita mia, Il testamento, a cura di D. CIAMPOM, Lanciano, Carabba, 1916, p- 323.
2J T. DE ANGELIS, Gabriele Rossetti da Vasto (1783-1854), Santa Maria Capua Vetcre, Tip. Fowataro, 1904, p. 31.
3) P. GIANNANTONIO, Bibliografia di Gabriele Rossetti (1806-1958), Firenze, Sansoni Antiquariato, 1959, pp. 22-24 e 88-90.
*9 Alla difesa, o cittadini!, cit., p. 25.
s) Foglio volante in Bibl. della Società napoletana di Storia patria. Miscellanea 1820, 3* St, XIV,. A A. B. f. 21 od in Biblioteca nazionale di Napoli, Sala Quattrocentine, TV-L-39* '87.
6) Il Veggente in solitudine, poema polimetto di GABBTEXB ROSSETTI, Parigi, dai torchi ài Francois, 1846, p. 239, altra ed. contemporanea, ma non originale, reca la sotto* scrizione editoriale Italia 1846 , cfr. per queste, edizioni Italia M. PARENTI, Disio* noria dei luoghi di stampa falsi, inventati e supposti, Firenze, Sansoni Antiquariato, 1951 (a p. 225 parla anche del poema del Rossetti).
7) Alla difesa, o cittadini!, cit., pp. 27-28.