Rassegna storica del Risorgimento
DUE SICILIE (REGNO DELLE) ; ROSSETTI GABRIELE ; MOTI 1821
anno
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1959
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pagina
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420
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420 Pompeo Giaf man tomo
La pubblicazione di questo opuscolo rivoluzionario da parte del Rossetti era, d'altronde, consona alla sua instancabile attività nel nonimestre costituzionale ed alla sua partecipazione alla battaglia d'Antrodoco. f'
Abbiamo già visto come egli in tale periodo scrìvesse poesie e proclami inneggianti alla libertà, che seppe difendere fino al suo tramonto. Diffuse con fogli volanti, mentre il destino dei moti costituzionali era segnato, tre inni militari per incitare i soldati partenti per il fronte ') ed una poesia esaltante l'amor patrio, che si concludeva con una oscura minaccia per il monarca fedifrago. 2) Il Rossetti, si ricordi, nove mesi prima con un sonetto aveva esortato lo stesso re a concedere la costituzione. 9)
Agli scritti il poeta fece seguire l'azione, come deduciamo da due lettere a Ini dirette da due amici. L'una di un certo Dr. Costanza, indirizzatagli il 10 novembre 1847 fra l'altro dice: Sono trascorsi ventisei anni dacché ci dicemmo un ultimo addio nell'isola di Malta atta fatale epoca del *21. Vi ricorderete del Dr. Costanza, allora un giovine medico chirurgo, ora più che cinquantenne. Vi era noto nella capitale del Regno, e lo incontraste più tardi a Montecassino, al vostro ritorno dalle montagne di Antrodoco dopo Vesito sfortunato di quel primo incontro armato dal quale dipendeva il destino detta nostra patria. *)
L'altra lettera, scrittagli il 24 novembre 1825 dal napoletano Ferdinando Cicaloni, ci rafforza in tale convinzione: Tre giorni fa io andai a San Sebastiano che, dall'essere stato la sede del Parlamento, è divenuto un collegio musicale. Mentre traversavo il cortile, ebbi la visione mentale di Rossetti in uniforme e con un paio di baffi molto neri. 5)
Ed alla presenza del poeta in uniforme militare in quel luogo per qualche cerimonia, che dovette, probabilmente, precedere e preparare i fatti d'arme del 1821, si deve la seguente strofa, da lui improvvisata per soffocare più di un sorriso dei presenti:
Questa spada che a fianco mi pende, Fatta a foggia di pallida luna Lavorata è da mastro Labruna Atta a mieter le teste dei re. *
J) I tre inni in Biblioteca della Società napoletana di Storia patria. Miscellanea 1820, 3a St. XIV, A. A. B. ff. 21, 24, 26 ed in Biblioteca nazionale di Napoli, Sala Quattrocentine, IV, L. 30, ff. 87, 88. 89.
2) La poesia Lo stato presente d'Europa (Febbraio 1821) in Biblioteca della Società napoletana di Storia patria, Miscellanea 1820, 3a St, XIV, A. A. B. f. 23 e in Biblioteca nazionale di Napoli, Sala Quattrocentine, IV L. 30, f. 90. L'ultima strofa di tale poesia è:
I vindici coltelli
Sapran passarvi il cor: I Sondi ed i Lavelli
Non son finiti ancor .
3) Per questo sonetto, la sua storia e la sua autenticità cfr. P. GIANNÀNTOMO, Per l'autenticità d'un sonetto rivoluzionario del Rossetti, in Rendiconti dell' Accademia di Archeologia Lettere e Belle Arti di Napoli, 1957, Napoli, L'Arte tipografica, 1958, pp. 101-106.
4) 6. ROSSETTI; La vita, mia ciu p. 330. ) Ivi, p. 331.
*) Cfr. B. CUOCE, Critica, a. IH (1905), p. 49 ed ora in Conversazioni critiche, serie II, Bari, Laterza, 1918, p. 222.