Rassegna storica del Risorgimento
OHMS FERDINAND
anno
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1959
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pagina
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431
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// diàrio di Ohms del 1848
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minuta, né i commenti popolari e le reazioni suscitate dagli avvenimenti, che vanno susseguendosi nelle altre parti della penisola, ed in ispecie in Lombardia e nel Veneto.
Anzi, a differenza del Weiss, che la trascurò completamente nella sua memoria, pare che Venezia attiri particolarmente l'attenzione del suo ex collega, il quale si illuse, come molti conservatori e moderati di quell'anno, che la città assediata sarebbe stata condannata ad una capitolazione più o meno immediata. Egli sentì tutta l'influenza, che avrebbe potuto esercitare sulla fazione , sugli animi della parte repubblicana il ritorno del Manin al potere dopo l'armistizio di Milano del 9 agosto.
Le evidenti e comprensibili esagerazioni della stampa romana, che, come tutta la stampa di allora, era male informata e con ritardo degli avvenimenti più lontani, sono spesso oggetto di amare, talvolta ironiche puntate, certo non sempre equilibrate. Ma esse si fanno particolarmente acute, quando il nostro osservatore le dirige contro personaggi investiti di una parte, anche modèsta, del dramma che si svolse sotto i suoi occhi. Il prode colonnello Galletti, che aveva guidato la prima legione romana di volontari a Vicenza, la regina Isabella di Spagna, ohe aveva riallacciato le relazioni diplomatiche ufficiali con la Santa Sede, il dottor Luigi Masi, segretario del principe di Canino, padre Gavazzi, predicatore della crociata contro l'Austria, il principe senatore Corsini, monsignor Giovanni CorboliBussi ed altri ancora cadono sotto le sue frecciate, cui ricorre con l'evidente compiacimento di chi, rimasto fermo nel campo avversario, non riesce a sentire il fermento che, sia pure attraverso espressioni manchevoli e spesso retoriche, vivificava la nuova atmosfera.
Il maresciallo Radetzky, che la stampa italiana di quei giorni e la storiografia degli anni successivi, per interi decenni ancora, presentò sotto una luce alquante falsata, che fu spesso oggetto di giudizi poco equilibrati, appare per contrasto nel nostro diario come avvolto da quell'aureola, con cui fu presentato a cominciare da quei giorni in Austria, quasi il nume tutelare della monarchia, il condottiero senza macchia, anche troppo generoso con i vinti, ed il padre bonario ed affettuoso dei suoi soldati.
Non c'è bisogno di osservare, a proposito della stampa e delle notizie da essa diffuse sulle operazioni militari austro-piemontesi nel Lombardo-Veneto, che l'Ohms, da facile profeta, commentava preconizzando il vero proprio nel momento più. triste, allorché ad un osservatore realista non doveva riuscire difficile prevedere il coronamento dell'offensiva iniziata dal generale austriaco dopo che aveva ricevuto i rinforzi inviati da Vienna.
Ma ciò che il Nostro non può -veramente né comprendere, né giustificare, sono le forme e la pratica applicazione del governo costituzionale, cosi come questo funzionava a Roma nell'estate di quell'anno. Tutte lo notizie, che giungono al suo orecchio relative all'attività dell'una o dell'altra Camera, ai rapporti dell'una o dell'altra commissione con il sovrano, ai cambiamenti di ministri o dell'intero gabinetto, e così via, sono da lui raccolte e segnate con un commento, che tradisce il disprezzo, o quanto meno l'ironia.
Nulla si salva sotto la sua penna, nessuna delle nuove istituzioni romano; nessuna persona è rispettata o considerata con animo di osservatore equilibrato. Né stima migliore gode, a suo giudizio, la stampa della capitalo, la quale stava facendo allora i suoi primi esperimenti lungo la via della libertà, che le era stata di recente conce sa. I rapporti fra il pontefice e gli organi di governo di forma