Rassegna storica del Risorgimento
OHMS FERDINAND
anno
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1959
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pagina
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442
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*42 Angela Fili puzzi
dell'Austria è anche re costituzionale della Lombardia e del Veneto sarà minimamente turbata la nazionalità e la vera indipendenza dei lombardi e dei veneti? Niente affatto, mentre l'indipendenza di quelle province sarebbe proprio cessata, qualora andassero a finire nelle mani della casa di Savoia e di conseguenza della anarchia ed alla fine addirittura della repubblica francese. L'odio predicato contro l'Austria per ogni dove è artificioso, in quanto proprio in rapporto all'Italia ad esso manca ogni ragionevole fondamento. L'Austria sostiene nell'Italia settentrionale solamente i propri diritti storici conforme ai trattati, la cui protezione riguarda la sicurezza ed i più importanti interessi, sia della monarchia, sia di tutta la Germania. Essa non si immischia negli affari interni degli Stati italiani, ed è altresì pronta a rendere pia libera possibile la direzione di quelli del regno lombardo-veneto, il che tuttavia deve essere rinviato a tempi migliori* poiché proprio nel momento attuale sono state sottoscritte capitolazioni, che non sono ancora garantite e tanto meno eseguite. E proprio ora che, dopo che il maresciallo Radctzky, che pare sia stato nominato duca di Mantova, ha battuto interamente Carlo Alberto, i suoi ridicoli generali e le sue ancor più miserabili truppe ausiliarie,1) si fanno innanzi la Francia e l'Inghilterra per offrirci Yultùnatum di lasciare libera la Lombardia e di conservare Venezia.2) E mentre quell'Austria, la quale, se si deve prestar fiducia alle notizie che vengono da lontano, fraternizza piuttosto con propagandisti, con democratici, con emissari polacchi e con teppaglia giovanile, che con le proprie truppe valorose, che rimangono sotto le armi e che spargono il proprio sangue per la patria, pare compiacerai dell'idea di aver trovato una felice occasione di mandare nuovamente in rovina la monarchia per un regno.3) Quanto vergogna se tutto ciò si dovesse confermare!
Roma, 18 agosto 1848.
H Costituzionale di ieri 17 agosto n. 22 contiene un famoso articolo contro Mamiani e le scimunite camere romane ed alla fine fornisce una giustificazione di Welden nella forma unicamente nella quale poteva essere desiderata, senza essere tuttavia sperata, da parte di un giornalista romano, sebbene egli presenti veramente il tenente maresciallo austriaco soltanto come molto logico difensore della propria posizione.4)
*) Non sono molto diversi da questi i giudizi espressi recentemente da GUIDO PORZIO in La guerra regia in Italia nel 1848-49, Roma, 1955, voi. I.
2) Questo in sostanza era lo scopo delle trattative, cui avrebbe voluto giungere il governo austriaco inviando a Londra il consigliere aulico Hummelauer dopo aver accettato l'offerta della mediazione anglo-francese, Cfr. A. FILIPUZZI, La mediazione anglofrancese 1848-49, in Festschrift des Haas-, Hof- und Staats- archivs, Wicn, 1949, voi. I, p. 797 sgg.
8) Così all'incirca ragionavano molti in quei giorni e non soltanto austriaci. Fra questi ultimi cfr. ciò che scriveva pochi mesi più tardi un ex collega dcll'Ohms presso l'ambasciata austriaca di Roma, il barone Riccardo Wciss di Starkenfels, nella conclusione delle sue memorie da me recentemente pubblicate in Pio IX ecc., cit., p. 271 sgg.
Come appare da questo passo del suo diario, l'Ohms, alla stregua di molti altri suoi contemporanei, già attaccati o sostenitori del vecchio assolutismo conservatore, è ormai convertito al costituzionalismo. Egli infatti, cosi come accadde in quei mesi ed in quelli immediatamente successivi, almeno fino alla fine del 1849, di altre personalità, che rivestirono funzioni direttive di primo piano nel governo austriaco, quali il Bruck, il Bach, lo Stadion e persino lo Schwarzenberg, parlava in buona fede di un imperatore costituzionale dell'Austria e di un e re costituzionale della Lombardia e del Veneto , perchè riteneva che quella dovesse essere ormai la forma, con cui la monarchia avrebbe unicamente potuto continuare a governare i popoli. Ed ò egualmente inutile ripetere che da questa convinzione era in buona fede animato anche il maresciallo Radctzky, allorché, alcuni mesi più tardi, si incontrava con il giovane Vittorio Emanuele a Vignale.
*) Cfr. l'articolo in II Costituzionale, n. 22 del 17 agosto 1848.