Rassegna storica del Risorgimento
ROMA ; MINUTI LUIGI ; MUSEI
anno
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1959
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pagina
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447
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I fondi archivistici del Museo centrale del Risorgimento 447
la gioventù, inerte e indifferente. Ma tremendo e ognor crescente il malcontento e Pira delle moltitudini. L'avvenire d'Italia non si può aspettare logicamente da queste provincie, ma il centro, il settentrione dovrebbero con maggiore solerzia e concordia lavorare a preparare l'avvenire migliore del popolo nostro . Ma nel nord la situazione- non appare brillante, il 13 dicembre 1877, al genovese Felice Dagnino (65 lettere e 13 risposte, 1877-1905): Gli affaristi che sono al potere non pensano che ba [sic] sciupare le finanze, ha soddisfare i godenti e quindi formano la massa dei soddisfatti e al popolo italiano che chiede pane i prepotenti rispondono: obbedienza come se l'obbedienza fosse pane .
Difficile, dicevo, era il ritrovare i fondi per la propaganda e aiutare i fedeli nella loro vita materiale. Citiamo una frase di Felice Albani (94lettere, 18771891) del 7 aprile 1880 da Milano: Per tutto quanto concerne le cose nostre d'apostolato e di preparazione, nei miei ristretti limiti potrò sempre far qualche cosa... ma per quanto riguarda il commercio, e le nostre raccomandazioni presso a dei commercianti, a favore di questo o quello, Dio ne scampil, perchè sarebbe un danneggiare il raccomandato stesso. Perchè: o sono conosciuto ed allora questi bravi negozianti hanno un sacro orrore dell'attendibilità commerciale dei repubblicani e fanno tutto V opposto di ciò onde li prego, o nonio sono e dovrei ricorrere ad altre persone di commercio, le quali pur facendomi un monte di complimenti sul viso, appena partito si fanno un caso di coscienza di avvertire che i repubblicani sono persone onestissime etc. etc, ma che in affari non valgono se non per contanti..! cioè valgono niente ! .
Sono assai interessanti le reazioni dei Mazziniani puri, nel gennaio 1881, ai tentativi di conciliazione fra le diverse correnti di fronte al problema del suffragio universale. Un racconto del comizio promosso proprio per arrivare a un accordo è scritto da Arturo Catalani sconfortato, scandalizzato, umiliato come repubblicano ed echi delle polemiche si trovano, tra l'altro, negli scritti di Italo Possenti (23 lettere, 1880-1883), il quale è convinto che l'umanità ha progredito colla violenza e che le audaci minoranze hanno sempre aperto la strada e scodellato la pappa alle maggioranze inerti, non pensanti, utilitarie... Ci sono nel nostro partito e disgraziatamente non sono gli infimi, certi che incapaci o svogliati, indolenti o impotenti, mentre non sanno prendere le forti e audaci iniziative non sanno neanche combattere a viso aperto e a oltranza la marea dell'opportunismo e si lasciano tranquillamente cullare dalla corrente della popolarità e del quietismo nulli sta . Minuti era più lieto della conciliazione, che, per Possenti, era, invece, un'abdicazione , che dava completamente ragione a Mario e agli evoluzionisti , anche se preciserà, il 4 febbraio 1881, a Luigi Andxeotti la sua posizione di fronte alle richieste del suffragio universale: i repubblicani vogliono sovranità popolare e governo di popolo... Credete voi che la monarchia voglia lasciarsi covare in seno la repubblica? Se lo credete allora avete ragione di chiedere magari alla stessa monarchia il suffragio, la costituente, il patto nazionale e via di seguito. Se non lo credete voi non potete dite altro al popolo che egli non sarà padrone di sé e dei proprii destini fintantoché non sarà esso assolutamente sovrano... Curiosa in vero la concordi a con uomini come il Bertani, che hanno paura del popolo in piazza; curiosa invero la concordia eoi Mario che chiama immorale il Barsantismo; curiosa invero la concordia con Garibaldi che due giorni dopo costituita la Lega raccomanda al popolo ad aver fiducia ne' giovani principi, e un mese prima del Comizio dei Comizi accusa di traditori i mazziniani ecc. .