Rassegna storica del Risorgimento
FRANCESCO IV DUCA DI MODENA E REGGIO ; MENOTTI CIRO
anno
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1918
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pagina
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650
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G. Sforna
forse quel preferir l'Austria per carceriere nasconde un mistero; facile, del lesto, a scoprirsi: la della consegna e del silenzio del Menotti il suo scudo più saldo.
Inutili riuscirono le preghiere della famiglia, de* congiunti, degli amici, della Comunità stessa di Modena, per indurre il Duca fuggiasco a rimetterlo in libertà; ' inutile il danaro generosamente sommini-
1 Racconta FRANCESCO BIANCHI Ogffaorsft ,w Slitta orla di Ciro Menotti, S- 86 : Càrpi, patria dello sfortunato, fu quella che, per le istanze di alcuni co-noscenti diluì, spedi il giorno 7 febbraio [nionsig. Clemente Maria] Bassetti,ano vescovo, onde a nome degli abitanti fosse loro restituito e alla famiglia. In man-
* suete dolci parole riportò egli l'oracolo pronunziato dall'augusto labbro. Kon
foci spargere il sangue di Menotti nella notte dei 4 a) 5... non al verserò era
Un buon giovine, ch'io stimava; non mi è riuscito di guarirlo dalla mania della rivoluzione d'Italia..... ha voluto perdersi..... Sì, avrà salva la -vita* Alle quali parole aggiunse il Vescovo che vi era tutto il motivo di sperare che sarebbe presto Ciro restituito alla patria . In nota aggiungo : Non era Bassetti, parmigiano, ancora unto vescovo, quando nel 1812 essendo egli frate, fu condannato a morte t per brigantaggio in Parma, dalla quale potè sottrarsi. Negli Stati Estensi è sempre stato in igtretta confidenza col Governatore e senza portiera col l'angustissimo ado-
< rato Sovrano. È fornito d'insaziabile avarizia e sete d'oro, altissima è la sua fra- tesoa ipocrisia, che lo fa dalla plebe amare e stimare. Del resto poi. è un fiore parlante di umiltà . I Redattori delia Voce della "Verità a p. 119 della loro Risposta difendono U malmenato vescovo dulie calunnie dell' infame libellista . Non mettono pero; in dubbio la veridicità delle parole uscite di bocca al Buca.
Quest'uomo [Ciro Menotti] interessa moltissimo alle persone impegnate negli odierni avvenimenti (scrive il cronista Sossai), ed in conseguenza la libertà di lui è il precipuo oggetto dei loro pensieri e di ogni loro cura. Per riu- scire possibilmente nell'intento, immaginano, e senz'altro risolvono, di assicurare qui in ostaggio alcuni tra 1 personaggi distìnti, più bonvisi a Francesco IV, onde poterò patteggiare col Sovrano pei* la scarcerazione di Menotti, tenendo gli statici garantì vita per vita niente meno, ogni qual volta S. A. R. non volesse cedere
* 5 detenuto . Furono : il conte Francesco Gfiuielii de' Conti-Guidi, il consigliere [Rinaldo Scozia, il tenente colonnello Leonida Papazzoni di Manfredi e il maggiore Sigismondo Ferrari. Il conto 0uldelli, che si volea per il primo, non viene ri* e trovato dalla gente armata, incaricatasi di arrestarlo; gli altri tre hanno avuto
< intimazione di non sortire dalla rispettiva abitazione* impegnati sulla parola . Aggiungo poi: Questa mattina 13 febbraio sono ritornati da Mantova il cava- liero Leonida Papazzoni e Don Antonio Maineri, I quali erano stati spediti tori l'altro dal Governo Provvisorio al Principe onde implorare la liberazione di Ciro
* Menotti. Ciò che S. A. B. non ha voluto accordare . Cfr. SFOIÌZA G., La rfrò-timone del 831 nel Durato di Modena, pp. 220-229. Il Papazzoni e il Mainori consegnarono al Duca questa supplica: Altezza Reale, Il Big. Celeste Menotti ha j impegnati i sottoscritti ad umiliare le loro preci a T. A. R. onde supplicarlo di
-* usare tra nuovo tratto di clemenza vorso Ciro Menotti, suo fratello, rilasciandolo
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