Rassegna storica del Risorgimento
NATALI GIOVANNI
anno
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1959
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pagina
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457
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Libri e periodici 457
interpretazione di gusto àcaro e in un linguaggio saporoso e cordiale. Lo studio della vita rurale, che lo porta a valutare la questione agraria vista dall'Accademia di scienze o dal ceto dei proprietari, in termini di ricerca economica, gli permette qualche pagina felice anche sulla vita religiosa e sociale nelle campagne (e a questo proposito ricordiamo alcuni aspetti; il dirozzameli to tecnico dei contadini, l'istruzione elementare impartita dal parroco, la pratica del lavoro festivo, il dominio spirituale della Chiesa e insieme l'insofferenza del contadino per il prete, l'inadempienza del precetto festivo e la frequenza all'osteria) o sul regime sanitario ed alimentare dei lavoratori, che si cibano quasi esclusivamente di mais e vivono in condizioni forse peggiori di quelle descritte dal Cattaneo un secolo più tardi. Le condizioni di miseria nelle campagne sono documentate poi tanto dall'esistenza di un doppio tipo di contrabbando esercitato specialmente lungo i confini dello stato da bande organizzate e da occasionali piccoli sfrosatoii , quanto dalla massa enorme di furti campestri compiuti non solo da viandanti e soldati che battevano le campagne, ma soprattutto da contadini sotto forma di anarchica protesta contro l'ordine costituito.
Le lagnanze poi contro i forestieri , i pastori o i oc mercantelli , e gli artigiani che in luogo di lavorare chiedono l'elemosina, sono di frequente rivolte dalle autorità commiati all'Intendente politico di Mantova, e, nonostante le misure repressive del governo, si rinnovano con perpetua litania che costella le suppliche dei Comuni; questo genere di immigrazioni poteva tuttavia essere arrestato soltanto col ripopolamento delle campagne, con la miglior retribuzione del lavoro e distribuzione delle colture, con l'incremento demografico, col superamento della crisi in atto al momento della realizzazione del catasto (Cfr. il dibattito sulla questione demografica a pp. 240-48). D'altro lato lo stesso intendente D'Arco nella relazione dopo la visita provinciale del 1788 aveva ricordato anche altre ragioni di miseria e d'ozio della popolazione; ne trascriviamo una di un certo interesse per noi, forse più di costume che di reale valore:
Generalmente si è riconosciuto, che fortissimo fomite dell'infingardaggine, inerzia, e corratela nei villici sono le Osterie, o per dir meglio, Bettole esistenti nel territorio. Alquante potrebbero, anzi necessiterebbero chiudersi, e massime quelle isolate lungi dai villaggi, e propinque ai Confini, le quali da lunga serie d'anni sono il ricettacolo de Malviventi. Generalmente in quelle, che dovessero sussistere, vorrebbero trovarsi vietati i giuochi delle carte, dadi, e la morra, ed al favor di tal proibizione sarebbe facile, che s'introducessero, od a meglio dire, si moltiplicassero quelli della palla, boccine, cugole, trucchi di terra, ed altri tati, che col trarre la gente dal tavoliere all'aria aperta giovano per l'esercizio della persona, cui chiamano . (Cfr. appendice al capitolo IU, p. 251).
Sulla via di svolgimento del volume è un altro saggio del Vivanti quasi un capitolo a sé pubblicato negli Atti del Convegno Storico mantovano : I prezzi di alcuni prodotti agricoli a Mantova nella seconda metà del XVIII secolo (cfr. Bollettino Storico Mantovano, n. 11-12 (1958), pp. 499-518).
Sulla scorta dei dati ricavati dai registri dell'Ospedale, dell'Archivio Capitolare e dalle Carte dell'amministrazione D'Arco e dagli estratti dei mercuriali inviati al governo di Milano (per il grano e il mais) il Vivanti esamina i prodotti che dominano l'economia rurale nel periodo 1 n cui, iu Italia e in Europa, tra il 1763 ed il 1774, ai ha un aumento generale dei prezzi soprattutto agricoli. E se l'uso del grano o del mais come cibo segna la separazione tra. ricchi e poveri, in un censimento sociale di rapida attuazione, è da rammentare che tali prodotti costituivano il 50 circa del reddito agricolo: il che indica la struttura dell'economia mantovana, anche se esistono altre coltivazioni (il fieno, la vigna, il riso); non si vuol parlare poi delle scarsissime industrie (tessili e della seta). E in tale economia sostanzialmente arretrata, nonostante i tentativi innovatori del Goalnndri, del D'Arco, ecc., interessa eminentemente la fluttuazione dei prezzi e dei prodotti agricoli (e non dei prodotti industriali) che costituivano la base stessa della vita
Il Vivanti, leggendo e interpretando, per e., le variazioni del prezzo del grano (L. 25 al Bacco fino al 1740; L. 40 circa tra il 1740 ed il 1760; L. 45 intorno al 1764 od infine L. 50 dieci anni più tardi, .Bino all'ultimo decennio del secolo) e di altri prodotti segnala il parallelismo tra i prezzi del Piemonte, del napoletano, del mantovano (e della Francia)