Rassegna storica del Risorgimento

NATALI GIOVANNI
anno <1959>   pagina <462>
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462 Libri e periodici
gl'oso e filosofico a quello delle idee politiche e con efficacia cita le parole del Manzoni a testimonianza dell'intramontabile trasporto di molti uomini del Bisorgimento pour cotte France trae l'on ne pent voir sans éprouver une affection qui rasscmble à l'amour de la patrie, et quo l'on ne peut quitter sans qu'ait souvenir de l'avoir habitée il ne se mèle quelque chosc de mélancolique et de profond qui tieni, des impressions de rexil .
VraTOBlO E. GlUNTELLA
Le Costituzioni italiane, a cura di A. AQUARONE, M. D'ADDIO e G. NEGRI; Milano, Edizioni di Comunità, 1958, in-8, pp. XVI-786. L. 6500.
Preceduto da una breve prefazione e corredato da una notevole bibliografia, questo volume raccoglie i testi di tutte le costituzioni italiane, da quella bolognese del 1796 a quella repubblicana del 1947, completandoli con una larga appendice documentaria con­tenente numerose testimonianze sulla progettistica costituzionale settecentesca ed otto­centesca. Si tratta di una raccolta di estremo interesse e della massima utilità sia per gli storici della politica e del diritto, sia per i giuristi, che finora erano costretti a ricorrere a testi dispersi e frammentari o a collezioni parziali ed incomplete, come la Raccolta delle Costituzioni italiane, in Biblioteca dei comuni italiani, Torino, 1852. Questo rende alta­mente pregevole e meritoria l'opera dell*Aquarone, del D'Addio e del Negri, che hanno egregiamente curato l'edizione. n n
PIETRO COLLETTA, Storia del Reame di Napoli. Revisione sugli autografi, introduzione e note di NINO CORTESE; Napoli, Libreria Scientifica Editrice, in 8, 3 voli., pp. XVI-415, 484, 430, s. d. (ma 1953-1957). S. p.
Pietro Colletta e la sua Storia del Reame di Napoli 1 A queste parole, il pensiero fa un viaggio nel tempo e si riporta agli anni giovani, allorquando leggemmo la Storia, nell'edizione Sandron, da pochi soldi al volume. Studenti liceali, vivevamo la passione del Colletta senza troppo spirito critico, senza indugiarci troppo sui punti ingenui del libro; poi, studenti universitari, giovani storici, guardammo dall'alto in basso l'opera collettiana, che trovavamo invecchiata, vecchia, senza il necessario apparato critico. E, certo, il libro non era d'ima freschezza straordinaria: il valore che conservava era quello di documento del tempo e delle idee dell'Autore. La storia del Colletta era diventata politica , come, del restoj in un certo senso, egli l'aveva sempre voluta.
Nino Cortese, questo infaticabile Maestro, che ci ha dato edizioni d'altissimo livello di Cuoco, Pignatelli, De Sanctis, ha voluto ora concludere in certo modo (in certo modo soltanto, che ci promette un saggio complessivo sulla figura e sulle opere del Colletta) le ricerche intraprese fin dal 1917, con un'edizione esemplare della Stona del Reame di Napoli. Sulle pia di milletrecento pagine, che rappresenta questa edizione, un terzo circa è costituito dalle note del Cortese. Note che non sono esplicative, ma critiche, nell'acce­zione più larga della definizione, che implica revisione delle fonti stesse del Colletta, meto­dicamente ritrovate, riviste, integrate da tutta una documentazione diversa, che il Col­letta non aveva mai vista. Tutto è messo a contribuzione: documenti d'archivio, giornali, libri di autori contemporanei al Colletta e successivi. La revisione in tal modo compiuta è completa: ogni punto del Colletta è illustrato nella sua genesi, confermato e arricchito d'elementi supplementari o, più spesso, risolto in Benso differente e più convincente. Cosi, ora, una più netta divisione tra quel ch'ò ancora vivo e quel ch'è sempre stato morto nell'opera collettiana è resa possibile. Oro, la Storia del Reame di Napoli ha riacquistato una sua dignità d'opera scientifica per le attento curo del Cortese: è da sperare ch'egli vorrà un giorno elaborare tutto il materiale, che in anni di vivo lavoro ha raccolto in innumerevoli fondi manoscritti e in una bibliografia sempre larga e insieme controllata, e darci quella Storia dei Regno dì Napoli durante il periodo borbonico, ch'egli solo può offrire alla storiografia del tempo nostro. RUGGIERO ROMANO