Rassegna storica del Risorgimento
NATALI GIOVANNI
anno
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1959
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pagina
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468
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468 Libri e periodici
mercke, o sfregi, del capo). Dopo vari taglioni e bandi furono catturati dal principe di Trabia Giuseppe Lanza.
Decreti, costituzioni, prammatiche, ordinanze, lettere, circolari per tutto il secolo furono emanate dai Borboni senza che venissero meno le ruberie, nelle campagne, dei greggi e degli armenti custoditi nelle stalle, e non solo di quelli che pascolavano all'aperto. Con decreto del 1813 il governo di Napoli istituì ben 23 compagnie d'armi, assegnata ciascuna ad un circondario delle sette Valli dell'Isola; ma solo per eccezione esse attesero al loro compito: i più. divisero con i malfattori che avrebbero dovuto inseguire il prodotto dei delitti o se ne facevano complici con il silenzio o l'inazione. E dopo l'unitala situazione andò peggiorando sia per l'insufficiente condizione in cui era venuta a trovarsi, specie nei primi anni, la forza pubblica sia, in seguito, per i disciolti reggimenti borbonici sia per la legge della leva che produsse in tutte le contrade meridionali una scossa profonda e procurò un numero enorme di disertori che si associarono ai briganti per procacciarsi il nutrimento, sia ancora per l'abbandono in cui lo Stato Lisciava le classi più umili. Ha il Brigantaggio cominciò a subire dopo il '60 un processo di assorbimento da parte dei borghesi o galantuomini e di. aristocratici imborghesitisi, processo identico a quello provocato nel periodo spagnolo dai baroni che diedero asilo nei loro castelli a facinorosi e latitanti costituendo così la forza armata della baronia. Organizzatori e disciplinatosi man mano nelle gerarchie, esso divenne una difesa e un accrescimento di interessi privati e si trasformò in mafia, e cioè in una frode della legge sancita , una protesta qualificata qual'era digià in Sicilia sin dal tempo dell'Inquisizione. Fattasi forza d'urto nei riguardi del governo centrale e allargatasi vieppiù nelle sue ramificazioni, essa investì (e investe tuttora, purtroppo) con la sua influenza e capacità di penetrazione tutti i campi della vita sociale. Le cause del fenomeno non sono, secondo FA., da ricercarsi nel latifondo, che non fu né il fattore fondamentale né l'origine prima dei mali dell'Isola, come opinano i più, ma nella mancanza di quel ceto intermedio che agisse come ricambio sociale e potesse attutire l'aspro antagonismo tra la classe possidente e la classe rurale, la cui lotta assumeva a volte (dice assai bene l'A.) il tono della tragedia alfieriana . E ancora, soprattutto nei centri minori, una socialità che non fu mai una risultante associativa di individui accomunati da interessi economici o da aspirazioni politiche o da una più larga visualità della vita, ma piuttosto un enuclearsi circolare nell'ambito di una parentela più o meno ristretta intorno all'esponente più influente della famiglia , il quale di questo singolare magma era il nucleo centrale e connettivo. Ne è derivato, come conseguenza inevitabile, un nepotismo, del tutto particolare, e vivo ancor oggi, ad onta dei tempi.
Pur degna di menzione è la prefazione di Virgilio Tifone premessa al lavoro del D'Alessandro. A detta del ben apprezzato studioso il fatto che la mafia ha attecchito e si è manifestata, in forme che variano con il tempo, ma sempre con una fondamentale analogia, e che tutte le classi, nessuna esclusa, vi bau preso qualche parte, induce a credere che le sue radici siano una cosa sola con l'anima di quel popolo. Perciò le solite ragioni (i dominatori stranieri, i regimi oppressivi, le gravi ingiustizie sociali) non vanno presentate, come suole, o ricercate come una serie di alibi storici, ma come condizioni storiche o ambientali che hanno contribuito a determinate la particolare forma mentis che è propria del popolo siciliano e che potevano anche non determinarlo e determinare per contro diverse o anche opposte reazioni. così le condizioni storiche o ambientali non hanno creato né potevano creare la delinquenza mafiosa, tna hanno fatto sì ch'essa assumesse quel costume, quelle abitudini, quella sua speciale tecnica* che son propri e caratteristici della mafia.
MASINO CTBAVEGNA