Rassegna storica del Risorgimento

NATALI GIOVANNI
anno <1959>   pagina <471>
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Libri e periodici 471
Bollettino della Deputazione di storia patria per l'Umbria. India dei volumi I (1895) -LI (1954), a cura di OLGA MARINELLI; Perugia* 1957, in-8, pp. 386. L. 3000.
Questo volume di indici costituisce un prezioso strumento di lavoro, rendendo rapida e sicura una ricerca altrimenti lunga e penosa. Molto opportunamente esso si estende anche alle annate 1895-1901, per le quali esistevano già gli indici compilati da Luigi Fumi e Giuseppe Mazzatinti, poiché i criteri descrittivi adottati erano stati diversi e il volumetto, pubblicato in occasione del Congresso internazionale di scienze storiche tenu­tosi a Roma nel 1903, non era sempre a portata di mano.
Il volume, che è in sostituzione dei un. LII-LIII del Bollettino, comprende l'Indice alfabetico degli autori, l'Indice delle opere recensite, l'Indice degli Analecta e l'Indice dei soggetti. Un utile completamento sarebbe stato l'indice dei documenti pubblicati. La com­pilazione di questo varie parti è bibliograficamente ineccepibile e l'adozione di caratteri tipografici idonei ne agevola l'uso. Va osservato in particolare che l'indice dei soggetti è ampio, preciso e bene articolato. Gli studiosi debbono, quindi, essere grati alla compila-trice per il suo lavoro lungo e ingrato e generosamente altruistico, condotto con esemplare scrupolo ed esattezza.
La lettura di un indice di questo genere non è mai noiosa e arida, poiché è immediato il contatto con la intensa attività di questa, che fu, fin dagli inizi, una delle più, vivaci e operose tra le nostre società di storia patria. Ricordava Giovanni Cecchini in un articolo celebrativo de I sessantanni della Deputazione di storia patria (Bollettino, voi. LI (1954), pp. 5-32) i tempi aurei quando la Deputazione pubblicava annualmente tre fascicoli, che superavano complessivamente le seicento pagine. Intorno al Bollettino fervevano le iniziative per la ricerca de le fonti (una cura particolare fu messa in quella delle fonti statutarie), per la pubblicazione dei documenti e per la segnalazione del materiale biblio­grafico. La Deputazione divenne un centro animatore degli studi storici regionali, sostenuti dall'entusiastico fervore di quel considerevole gruppo di studiosi e eruditi, raccoltisi intorno al venerando patriota perugino Ariodante Fahretti, e i cui nomi ricorrono fre­quentemente negli indici: Vincenzo Anzidci, Alessandro e Giuseppe Bellucci, Mons. Isidoro Carim, Giustiniano degli Azzi, Mons. Michele Faloci Pulignani, Luigi Fermi, Francesco Guardabassi, Luigi Lanzi, Angelo Lupattelli, Giovanni Magherìni Graziani, Giuseppe Maz­zatinti, Giuseppe Pardi, Oscar Scalvanti, Pietro Tanassini Mattinoci, per non citare che i maggiori. Con il passare degli anni, a questa rigogliosa primavera segui più. raccolta sta­gione. Nota il Cecchini, nell'articolo citato, come si sia man mano assottigliato il numero dei cultori della storia locale e, sopratutto, lo stuolo di coloro, che egli definisce i numi tutelari delle patrie memòrie dei centri minori . A inaridire le sorgenti ha certo contri­buito il mutato indirizzo dell'indagine storica e la troppa diffidenza per la filologia e gli studi particolari, che sono stati scoraggiati, mentre andavano indirizzati e corretti. Si è ristretta anche l'esuberante messe informativa e bibliografica, documentata dall'Indice degli Analecta. La Deputazione ha subito anch'essa le tumultuose vicende politiche e belliche dell'ultimo trentennio, che hanno disperso energie e compromesso le possibilità di lavoro, ma la vecchia e robusta pianta ha resistito, sostenuta dall'opera di uomini come Federico Chabod, Romeo Gallengn Stuart, Achille Bertini Calosso e Giovanni Cecchini. H Bollettino segna tra i collaboratori più assidui di questi anni Giuseppe Abate, Raffaele Bel forti, Addo Cerimi, Gino Franceschi ni, Gaetano Caspe r orti, Cesare Mann resi, Edoardo Martinoni, Angelo Messi ni, Anna Pno letti, Pietro Pizzoni, Ettore Ricci. Si è allargato il campo degli interessi e delle ricerche, che era agli inizi maggiormente rivolto verso le istituzioni e le fonti medievali, per quanto fosse operante anche la tradizione patriottica risorgimentale e, in quegli anni, forse in misura, maggiore che nelle altro consorelle, nelle quali la preclusione verso la storia contemporanea ha durato a lungo.
Di queste vicende e del proficuo lavoro, storico condotto per oltre un sessantennio gli indici del Bollettino ed offrono una viva documentazione.
VlTTOSIO E. GlUNTHLLA