Rassegna storica del Risorgimento

anno <1960>   pagina <5>
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Giuseppe Ceraechi 5
salotti e le congreghe degli scontenti e dei novatori, nonché le logge mas­soniche (staardiste, del Grande Oriente, illuminate, orleaniste che fossero); scoppiata la rivoluzione in Francia furono tra i suoi primi e più caldi sostenitori e nel 1798-1799 furono fra coloro che aderirono alla Repubblica Romana e, in molti casi, tra i suoi animatori.
li Ceraechi entrò giovinetto nella bottega di Tommaso Righi e fre­quentò con lode i corsi di scultura dell'Accademia di San Luca. In breve si fece un nome che varcò rapidamente la cerchia delle mura aureliane, i confini dello Stato della Chiesa e le stesse Alpi. Lavorò a Firenze ed a Milano e nel 1775 Agostino Carlini lo chiamò a Londra. Qui il Ceraechi collaborò alle sculture della Somerset House, compì varie opere in proprio ed espose (1776-79) alla Royal Academy, acquistandosi ce credito sin­golare . L'espressione è tratta da una lettera di presentazione che gli fece il nunzio a Vienna, Massei, nel 1781, per il principe Marcantonio Borghese *) allorquando, lasciata Londra verso la fine del 1779, in seguito al ristagno dell'attività artistica, conseguenza di quello economico pro­vocato dalla guerra con le colonie del Nord America, dopo un breve sog­giorno in Olanda e in Prussia ed uno un po' più. lungo a Vienna (ove, sempre con grande successo, scolpì vari bassorilievi e busti),2) decise di rientrare per qualche tempo a Roma, inattesa di poter tornare, migliorata la situazione internazionale, in Inghilterra.
A Roma lo scultore godè della protezione dei Borghese e, con le parentesi di alcuni viaggi all'estero, vi si fermò sino al 1789. Ormai era un artista affermato, noto in tutto il mondo e con una clientela interna­zionale e a cui i poeti non sdegnavano di indirizzare rime e sonetti. 3> La sua compagnia era ricercata dai migliori ingegni ed egli era uno dei normali frequentatori del famoso salotto borghese di Maria Pizzelli. *) Nella sua casa alloggiò nel 1788 per qualche tempo, seppur in qualità di appigionante, Goethe. 51 La sua fama era tale che si poteva permettere di mettersi in contrasto persino con la famiglia del papa: il principe Braschi gli commissionò un busto di Pio VI; ad opera terminata il principe si
]) La lettera è stata pubblicata da 6. AMATI (PADRE ZAPPATA), La Roma che se ne va. Ricordi perduti in Fanjùtta, 18-19 febbr. 1889.
*) Moltissimi furono i busti scolpiti dal Ceraechi durante la sua attività artistica. Tra essi ricorderemo tradii di Pio VI, di Federico II e di Giuseppe II, dell'elettóre di Baviera Carlo-Teodoro, di Washington, Hamilton, Jefferson e Ad ama, del Kaunitz e di Pasquale Paoli, dei cardinali Braschi e G. F. Albani, dei marescialli Lnudou e Lccy, dei generali Bernadette, Brune, Berthier e Bono parte, del Mctastasìo del Winckelmann e dea Reynolds.
*) La Gradaru ne riproduce, per esemplo* uno di Michelangelo Pinetti.
4) L. BAVA* Un salotto romano del Settecento. Maria Piszclli, Boma, 1926, p. 40.
5) W. GOETHE. Viaggio in Italia, trad. it., Firenze, 1948, fjft 252-53, III, p.-22fi.