Rassegna storica del Risorgimento
anno
<
1960
>
pagina
<
6
>
6
Renzo De Felice
rifiutò però di pagare i 440 scudi richiesti dallo scultore, offrendone solo 400; il Ceracchi, allora, sdegnosamente, si tenne il busto e, portatolo in Baviera, lo vendette per 700 scudi. Abbiamo riferito l'episodio non solo per mostrare quanto egli fosse ormai importante nel mondo artistico, ma anche perchè esso testimonia del fiero carattere del futuro giacobino.
Da Roma, come si è accennato, il Ceracchi si allontanò sovente, chiamato qua e là in Europa per lavoro. Nel 1784 fu a Vienna (ove sposò una certa Teresa Schliesahan), nel 1785-86 in Olanda, nel 1788 a Milano ed in Baviera, nel 1789 ancora in Olanda.
Al viaggio del 1789 in Olanda il Ceracchi fece, più tardi,l) risalire la sua iniziazione rivoluzionaria e l'inizio del suo contrasto con le autorità romane. Durante il suo soggiorno in quel paese del 1785-86, egli già aveva preso contatto con un gruppo di importanti esponenti del partito anti-statolderiano che voleva affidargli l'erezione di un grandioso monumento funebre alla memoria del capo del loro partito, l'ammiraglio Jan van Der Cappellen de Poi. Nel 1789 lo scultore si recò di nuovo in Olanda per concordare gli nltimi dettagli della monumentale opera. In tale circo* stanza egli traversò la Francia ed ebbe cosi l'occasione di vedere les premiere élans de la liberto . I suoi rapporti con i liberali olandesi, l'entusiasmo con il quale raccontava ciò che aveva visto in Francia, la franchezza con cui suggeriva ad alcuni alti esponenti della Curia, che gli chiedevano le sue impressioni sugli avvenimenti parigini, de laisser faire une nation p lussante et de ne point s'opposer à ses réformes, misero, a quanto pare, ben presto in allarme gli ambienti pontifici, che guardavano con il massimo sospetto a ogni possibile veicolo nello Stato della Chiesa dell'infezione rivoluzionaria. De re tour à Rome egli scrisse nel 1796 on vit en moi un fauteur des nouveaux principes . Da qui, sempre a suo dire almeno, un generale sospetto verso di lui, uno sfuggirlo anche da parte di amici e parenti desiderosi di non compromettersi, un rendergli la vita difficile. da qui, la sua decisione di cambiare aria.
Da tempo era stato invitato a lavorare in America: quale migliore occasione per accettare l'invito e togliersi al tempo stesso dalla pesante atmosfera romana? Nel maggio 1790 il Ceracchi lasciò Roma per Vienna. Qui sistemò, probabilmente presso i parenti della moglie, la famiglia e proseguì per Amsterdam, ove si imbarcò per gli Stati Uniti.
i) Tutte le notizie biografiche relative al perìodo 1786-1796 e alle vicissitudini politiche del Ceracchi sono desunte da una sua memoria al Direttorio del 1796, riprodotta nella Correapondance dea direcUurs do l'Académie do Franco à Rome, a cura di A. DB MONTA IGLON e J. GOWFRKY, XVI, Paria, 1907, pp. 502-506 (un'altra memoria quasi uguale, *t XVII, Paris, 1908, pp. 137-140).