Rassegna storica del Risorgimento
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1960
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Giuseppe Ceracchi 7
In America lo scultore si fermò due anni, lavorando intensamente (e con notevole successo) e frequentando la migliore società e i maggiori esponenti della giovane repubblica: Washington* Hamilton, Jefferson, Adams, Lafayette, ecc.l) Il 20 gennaio 1792 fu anche ammesso alla Phi-ladelphia Philosophical Society. Nello stesso 1792, però, non essendogli riuscito di far accettare dal Congresso un suo progetto per un colossale monumento alla Libertà (la cui idea, tra parentesi, fu ripresa più tardi da altri e si concretizzò nella famosa statua della Libertà ), decise di tornare in Europa. Sbarcato in Inghilterra, si recò a Monaco, dove, nell'ottobre, gli fu commissionato da quell'elettore un monumento per la riunione degli Stati Palatini alla Baviera. Da Monaco, riunitosi a Vienna con la famiglia, alla fine dell'anno rientrò a Roma.
Il suo nuovo soggiorno romano fu, però, brevissimo: l'ambiente non faceva decisamente per lui. I suoi precedenti, i suoi rapporti con i democratici americani, lo stesso fatto che il principe elettore di Baviera (uno dei pochi Stati tedeschi che non era in guerra con la Francia) gli avesse affidato un importante lavoro, i legami che subito egli stabilì con gli artisti francesi dell'Académie 2) e addirittura con la legazione francese ed in particolare con il Bassville e il Laflotte 3) non erano certo un buon biglietto di presentazione per l'autorità pontificia. Quasi subito (non sappiamo la data, ma a dire del Ceracchi prima della uccisione di Bassville) un ordine del tribunale del Vicariato lo mise alle strette: o abbandonare Roma in dieci giorni e lo Stato della Chiesa in quindici o essere deferito all'Inquisizione. Quale fosse la scelta del Ceracchi è facile immaginare.
Ai primi del 1793 lo scultore era di nuovo in giro per il mondo. A Firenze prima, a Vienna poi gli fu fatto capire, però, di essere indesiderabile, sicché decise di tornare in America.
Così come il primo, anche il secondo soggiorno americano del Ceracchi durò circa due anni. I risultati, dal punto di vista del suo lavoro di scultore, furono però molto inferiori. Anche in America il nome di Giuseppe Ceracchi incominciava ad avere un suono poco simpatico alle orecchie di molti. Nonostante l'amicizia di Monroe, molte porte gli furono chiuse
il soggiorno del Ceracchi negli Stati Uniti e i suoi rapporti con Franklin cfr A* PACE, Benjamin Franklin, and llaly, Philadelphia, 1958, pp. 288-290, 358.
-) Sull'ambiente degli artisti francesi a Roma e le sue vicissitudini politiche in questi mesi si veda L. ViCCax, Le francai* à Rome pendant la Convention, Fusignnno, 1882, pp. LX-l/XIl, XCIU-CIX e D. AJSGEW, Storia romana di trentanni 1770-1800, Milano, 1931, pp. 197-209.
3) D. Sn.VAcm, La corte e fa società romana mi sec, XVIII e XIX, I, Finente, 1881, p. 407; , 'Vicéiu, op.- efa,, pv. ÉJgv