Rassegna storica del Risorgimento
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1960
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Giuseppe Céracchi 17
sous leur pouvoir; il n'y a qae Fappui du gouvernement frangale qui puisse, sans exposer ma vie, me faire obtenir xéparation des lésions que j'ai soufferts. De mon cxistence dépend celle de cinq enfant et de leur vertuense mère, ma digne épouse . E, concludendo, valutava la somma dovutagli come indennizzo in 296.400 scudi, f?
Nei mesi successivi, a mano a mano che la situazione politico-militare si faceva sempre più favorevole, egli tornò più volte su tali richieste 2) e chiese che fosse trovato il modo di farlo tornare in patria, eventualmente anche come attaché presso la rappresentanza di Francia o di qualcuna delle repubbliche italiane . H 2 pratile V (21 maggio) il Direttorio sulla base di un rapporto del Delacroix in data 18 floreale accettò parzialmente le sue richieste. Nella relazione del Delacroix si legge infatti: H résulte des faits présentés dans ce rapport que Joseph Céracchi a été exilé pour opinions relati ves à la Revolution francoise. Sous ce rapport, il a droit à ètre reintegre dans ses foyers, d'après le traité de Tolentino. H résulte encore de ces faits qu'il a souffert grièvement dans sa fortune par suite de ces opinions. Le Directoire exécutif jugera peut-ètre convenable de l'appuyer de ses bons offices pour faire valoir les de-mandes d'indemnités auxquelles peut pretendre un artiste aussi distingue, qui paroit d'ailleurs avoir quelques droits à sa bienveillance . 3)
Forte di questa decisione del Direttorio, il Céracchi, ottenuto un anticipo per le spese, *) si pose tosto in viaggio per Roma, non senza aver prima inviato allo stesso Pio VI una secca richiesta diretta di 195.000 scudi. 5) Richiesta alla quale però il governo pontificio, nonostante nel messidoro seguente lo stesso ambasciatore a Roma Giuseppe Bonaparte la sostenesse con tutto il peso della sua autorità e il Céracchi avesse sollecitato un ulteriore e più energico intervento del Direttorio,6) rispose negativamente.
À Roma, questioni ben più gravi attendevano, però, lo scultore. Nella capitale pontificia egli fu tosto, infatti, al centro dei gruppi filo-rivoluzionari e tra i consiglieri più ascoltati del Bonaparte (a cui probabilmente si fece presentare dal fratello generale).7) I cronisti dell'epoca sono tutti concordi nel riconoscergli un ruolo di primo piano in questi ambienti. Fu, anzi, proprio quest'attivismo che fece sì che il suo sog-
J) G. Céracchi a Delacroix, 22 ventoso V, in Correspondance ecc., de., XVI, pp. 502-504.
2) Ivi, XVII, pp. 3-5.
3) Ivi, XVII, pp. 5-7.
a) Ivi,- XVII, pp. 19-20. S) Ivi, XVII, p. 21. <) Ivi, XVII, p. 111.
*) Tra l'altro, nel novembre, organizzò a palazzo Sorti un grande banchetto, a eoi* partecipò anche G. Bonaparte,. per solennizzare la pace tra. l'Austria e la Francia.