Rassegna storica del Risorgimento

anno <1960>   pagina <19>
immagine non disponibile

Giuseppe Ceracela 19
ritenendo più favorevole a lui la nuova situazione creatasi con l'uccisione di Duphot e, molto probabilmente, perchè informato della prossima spe­dizione contro Roma. Talleyrand, da lui sollecitato, gli fece senza diffi­coltà una calda lettera di raccomandazione per i Commissari del Diretto-, rio a Roma: Je vous reccomande, citoyen, ses réclamations avec toute la chaleur que mérite cet artiste distingue et patriote. Veuillez faire tout ce qui dépendra de vous pour lui procurer des dédommagemens, dont vous reconnoitrez la justice en voyant la réalité des pertes qu'il a éprouvées par suite des persecutions qu'il a souffertes pour avoir mon-tré, dès les premiere tems, de la partialité pour la Revolution francoise. ') Con questa lettera in tasca il Ceracchi fece tosto ritorno a Roma ove intanto era stata stabilita la Repubblica e ove dovette arrivare verso la seconda metà d'aprile del 1798.
A Roma, però, la situazione era tutt'altra da quella che egli si atten­deva di trovare. Il governo, insediato dai Francesi, era formato in gran­dissima parte di moderati, per non dire di conservatori e i Commissari del Direttorio erano tutt'altro che favorevoli ai giacobini. L'aiuto dei patrioti romani e cisalpini più decisi per rivoluzionare lo stato romano era stato rifiutato,2) qualcuno di questi che, come L'Aurora, era di sua iniziativa venuto a Roma, era stato espulso, i pochi che nel primo mo­mento della presa del potere erano riusciti ad entrare nel governo e nel­l'amministrazione erano stati o venivano progressivamente allontanati dai loro posti. I Francesi, con il valido appoggio dei governanti locali, insomma, facevano di tutto per impedire che anche a Roma si costituisse, a somiglianza di quanto avvenuto nella Cisalpina, un forte partito gia­cobino e che, soprattutto, i suoi membri giungessero a controllare in qualche modo l'apparato statale. In questa situazione l'arrivo del Cerac­chi e il suo immediato inserimento negli ambienti dell'estrema ala repub­blicana, che gravitava attorno al Circolo Costituzionale e che non nascon­deva il suo scontento per il mancato integrale rivoluzionamento di
J) Talleyrand ai Commissari del Direttorio a Roma, 3 ventoso VI, in Correspon-dance ecc., cit., XVII, pp. 129.
Si vedano anche nella stessa Correspondance (XVII, pp. 128-130) una nota d'offi­cio per Talleyrand, in coi pur dicendo che ufficialmente il governo francese non può intervenire a suo favate dato che il trattato di Tolentino autorizzava a pretendere il suo rimpatrio e la restaurazione dei suoi beni, ma non il pagamento di un indennizzo ai dà parere favorevole affinchè i rappresentanti francesi a Roma cerchino di otte­nere ai céraccM la moinmisc sur une proprietà ecclesiastique , e una lettera del Gè-rocchi n L. A. Pichon (che lo scultore doveva aver conosciuto quando era segretario della legazione a Filadelfia e che allora era funzionario del ministero degli esteri) per sollecitare .. il suo intervento diretto presso i Commissari a Roma.
*) MCitiùbres de LAREVELUÈBB-LEPEAUX III, Paris [1895], pp. 370-71.