Rassegna storica del Risorgimento

anno <1960>   pagina <22>
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Renzo De Felice
contatti fanno pensare che il suo viaggio avesse precisi intenti politici: entrare in rapporto con gli esponenti principali del giacobinismo cisalpino per collegare e coordinare alla loro azione quella dei giacobini romani, cercare di sfruttare il contrasto tra potere militare e potere civile francesi per guadagnare alla causa della democrazia romana l'aiuto del Brune e dei circoli militari e politici a lui legati.
A giudicare dalla reazione del Trouvé, in ambedue gli intenti dovette riuscire, guadagnandosi in brevissimo tempo un posto di primissimo piano nel mondo giacobino milanese e presso il Brune. Due lettere del Trouvé al La-RevellièreLepeaux sono a questo proposito ricche di noti­zie preziose, e testimoniano come anche a Milano il suo operato incorse subito nei fulmini della politica francese. Nella prima delle due lettere, del 2627 messifero VI, il Ccracchi è descritto come un intrigante che cercava di ottenere un posto di console a Roma e fìerissimo accusatore della politica dei Commissari del Direttorio a Roma, nonché con il Dufresse, il Gardanne, il Suchet, il Paris, fl Porro e il Salvador come nno dei più feroci agenti dell'anarchia francese. Tutti costoro avrebbero voluto faire ici une Convention e armeggiavano a questo scopo attorno al Brune. J) Nella seconda delle due lettere, del 3 termidoro, il Trouvé torna su quest'ultimo particolare, sottolineando il pericolo costituito da un simile entourage hideux data la mancanza di carattere del coman­dante in capo e specifica: Parmi ceux qui ont sa confiance à un plus haut degré san Paris, petit homme d'une exagération épouvantable, exé-crable, et Cerachi (sic), sculpteur romain, fameux patriote qui a demandé aux Commissaires dn Directoire un million d'indemnité et regrette le pape, parce que les Francais sont à Rome .
Sino a quando il Ceracela si trattenne a Milano non sappiamo con precisione; egli dovette tornare a Roma, però, verso l'autunno.
L'invasione napoletana del novembre-dicembre 1798, sebbene re­spinta e sebbene avesse portato i Francesi a Napoli, mise chiaramente in luce la precaria situazione militare e soprattutto interna della Repubblica. La brevissima occupazione borbonica aveva, tra l'altro, mostrato come la Repubblica mancasse non solo dell'adesione delle masse, ma come anche buona parte dei repubblicani non fosse tale che per interesse contin­gente. Bisognava assolatamente trovare un pronto riparo alla situazione; ne andava, infatti, dell'esistenza stessa della Repubblica. Un mutamento radicale di politica lo esigevano con rinnovato vigore i giacobini che,
'Mtùùvi a La Révellire-Lcpeaux, 26-27 messifero VI, la Mèmoires de LABEVEL-UÈRE-LEPEAUX, rit., III, pp, 285-86.
J) Troii ve a La Kevelltère-Lepeuux, 3 termidoro VI. in Mémoirt de LÌUIEVELLIÈBK-LEPEÀOX, dt.t III, pp. 259-60.