Rassegna storica del Risorgimento
NAPOLEONE I ; FRANCIA
anno
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1960
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Le amministrazioni locali nel periodo napoleonico 37
in piena armonia, quali che fossero le contrarie opinioni degli storici dell'Ottocento italiano, con la migliore e più razionale distribuzione territoriale del Mezzogiorno. *) Per cui si vede come i giacobini napoletani, per quello che concerneva la struttura territoriale che volevano dare alla loro Repubblica, erano assai meno lontani dalla realtà di quanto i loro stessi critici non abbiano voluto farli apparire. Se, del resto, vi fossero stati difetti nel sistema adottato a Napoli, come altrove, essi pensavano che, col tempo, avrebbero potuto correggerli. Nessuno, nell'Italia rivoluzionaria, aveva mai escluso questa eventualità, come ci rivelano, ad esempio, le Riflessioni degli Assunti bolognesi, redatte all'inizio dell'esperienza costituzionale giacobina.2) Ed, infatti, sappiamo che dove si ebbe il tempo e la possibilità di correggere gli errori che si erano manifestati nell'iniziale suddivisione territoriale, là si provvide a farlo, come ci attesta l'esperienza cisalpina al riguardo,3) perchè il problema dell' organizzazione locale era stato largamente sentito come essenziale per la vita delle nuove repubbliche, fin dalle discussioni dei congressi cispadani.4) Coloro che parlarono, invece, in pieno contrasto col Cuoco, di spirito eccessivamente municipale delle costituzioni giacobine, non si resero conto che tutta la nuova organizzazione territoriale tendeva appunto a comprimere tale spirito, fino a suscitare le proteste dei suoi critici.
y V. Cuoco, Frammenti di lettere a Vincenzio Busso, in appendice al Saggio storico, eh., p. 366 e segg.; P. COLLETTA, Storia del Reame di Napoli, ediz. a cura di N. CORTESE, Napoli, 1953, voi. II, p. 13.
*) Riflessioni degli Assunti dei Magistrati e deputali aggiunti a nome del Senato di Bologna fatte sopra il piano di costituzione, num. 6, in A. DE STEFANO, Rivoluzione e religione nelle prime esperienze costituzionali italiane {17961799), Milano, 1954,
*) Il primo titolo della costituzione cisalpina del 9 loglio 1797 divise il territorio della repubblica in undici dipartimenti, specificando, però, che era nelle facoltà del Corpo legislativo di cambiarne i confini. La determinazione di tali confini sollevò lunghi dibattiti alle Assemblee Cisalpine (cfr., per esempio. Assemblee della Repubblica Cisalpina, ediz. MONTAJXINI-ALBERTI, voi. II, p. 271, seduta del 30 gennaio 1798). Fu necessario nominare uria commissione speciale incaricata di questo compito. I dipartimenti vennero presto portati a venti con l'aggiunta di cintine già appartenenti alla Cispadana e di quattro formali dai territori veneri annessi dopo Cnrapoformio. Con la seconda costituzione cisalpina il numero dei dipartimenti venne ridotto a dodici.
*) Cfr. al riguardo C. ZACIU, Gli atti del terzo congrèsso cispadano di Modena, Modena, 1935, p. 240 e segg. Sul problema, della divisione territoriale della Cispadana, cfr. i giudizi di G. DB VEKGQTTI?."!, La costituzione détta, repubblica cispadana, Firenze, 1946. p. 138 e segg.; per la Cisalpina, cfr., invece* M BOBBBTI, Milano capitale napoleonica cit,, voi. ILj
p.. 206 e segg.
5) C, CANTÙ, Cronistoria dell*indipendenza italiana, Torino, 1872, voi. I, p. 159. Sul motivo della libertà municipale italiana nella storiografia italiana dell'Ottocento, cfr. il mio Le costituzioni giacobine cit., pp. 1012.