Rassegna storica del Risorgimento

NAPOLEONE I ; FRANCIA
anno <1960>   pagina <50>
immagine non disponibile

50
Cariò GhUalberti
particolare formazione culturale di quello studioso, che, fondandosi esclu­sivamente su documentazione legislativa ed archivistica austriaca, ha voluto sminuire la portata delle grandi riforme amministrative napoleo­niche in Lombardia, al une di mostrare un'evidente continuità nel go­verno asburgico in Italia avanti e dopo l'esperienza francese.
Troppo evidenti sono, però, i progressi segnati dall'amministrazione del Regno d'Italia a Milano rispetto a quella del precedente dominio austriaco perchè si possa accedere alla tesi unilaterale e parziale, anche se apparentemente ben documentata, del Sandonà, che per offrire una valutazione positiva del regime di Maria Teresa e di Giuseppe II, ha voluto sottovalutare quella che col Roberti si deve chiamare la formazione di uno Stato moderno, pur centrandone l'indagine in uno dei momenti essenziali. Non v'è, infatti, alcun dubbio che l'uniformità delle ammi­nistrazioni locali, il rigido ed operante controllo delle autorità centrali su quelle periferiche, la distinzione tra amministrazione attiva ed ammi­nistrazione contenziosa, la cernita del personale direttivo attraverso un sistema di reclutamento che tendeva alla selezione dei migliori e dei più idonei agli uffici pubblici, sono tutti elementi di primo ordine ai fini di una positiva valutazione dell'operato amministrativo napoleonico in Italia, elementi di fronte ai quali le lacune di qualche norma particolare, peraltro sempre riscontrabili anche nel più perfezionato ordinamento giuridico, diventano fatti estremamente secondari, sui quali indulgere può diventare pedante e superfluo.
Lo stesso civile progresso lo possiamo registrare anche a Napoli con l'entrata in vigore della legge dell'8 agosto 1806 sulla divisione ed amministrazione delle Provincie del Regno,1) che applicò il moderno diritto amministrativo alle regioni meridionali della penisola, suddivise da Giuseppe Bonaparte in quattordici provinole, quarantadue distretti, quattrocentonovantacinque governatorati (più tardi circondari) e duemi-lacinqnecentoventi comuni. 2) Anche qui, malgrado le aspre critiche che la nuova suddivisione territoriale incontrò ad opera di una certa storio­grafia, critiche che, peraltro, risentivano di motivi polemici comuni a larga parte della storiografia risorgimentale e postrisorgimentale, si deve notare la perfetta efficienza e modernità della ripartizione territoriale
') Il testo della legge in Collezione dagli editti, determinazioni e leggi di S. M. da* 15 febbraio a* 11 dicembre 1806, Napoli, nella Stamperia Simoniana. Di notevole utilità è La Chiave del Bollettino delle leggi del Regno di Napoli dal 15 febbraio 1806 al 4 maggio 1815, compilata da D. A. PATRONI e ristampata da G. MOIIEA, Napoli, 1840.
** Gfr. la legge dull'H dicembre 1806. Si veda anche il Rapporto generale sulla situa' sione del Regno di Napoli negli anni 1806 e 1807 presentato al Re del suo Consiglio di Stato dal Ministro dell'Interno il di 28 manto 1808, Napoli, s. d.