Rassegna storica del Risorgimento
NAPOLEONE I ; FRANCIA
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1960
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Le amministrazioni locali nel periodo napoleonico 51
del Regno, eseguita con una visione ampia e sicura da parte di una classe dirigente illuminala, che ha saputo superare definitivamente e per la prima volta nella storia del Mezzogiorno le infrastrutture baronali ed ecclesiastiche ed il particolarismo locale e sezionale per ottenere una razionale amministrazione dipartimentale e municipale, more geometrico ordinata.l)
Né cpiesto è l'unico pregio della legge dell'8 agosto 1806. Che, infatti, l'introduzione nel Mezzogiorno delle Intendenze provinciali rappresentò un'innovazione di portata veramente eccezionale, malgrado il tentativo di parte della storiografia borbonica di sminuirne il valore, attribuendone il merito allo stesso Ferdinando XV, che li avrebbe voluti creare per suggerimento dello Zurlo prima di essere costretto a fuggire in Sicilia. 2) Lo Zurlo, infatti, non si sognava neanche lontanamente di attribuire agli Intendenti il potere prefettizio nel senso più completo della parola, avendo il suo piano di riforma un carattere meramente economico e finanziario e non inquadrandosi anche in una più ampia prospettiva amministrativa e giurisdizionale come si farà con le leggi che in Italia imiteranno quella francese del 28 piovoso anno Vili. 3i
E, peraltro, gli Intendenti della legge dell'8 agosto 1806 nessun punto di contatto avevano con i presidi dell'antico regime del Regno di Napoli. Questi non erano mai stati degli amministratori provinciali: erano solo capi militari e rappresentanti del sovrano, del quale erano delegati e verso il quale dovevano rispondere. La loro giurisdizione militare sulle truppe sottoposte ai loro comandi, anche se estesa ad altre controversie, il fatto che ricevessero particolari omaggi delle rappresentanze cittadine e che avessero diritto alla restituzione delle visite delle autorità ecclesiastiche, il potere di impedire inframmettenze baronali nella nomina degli am m i nistratori e nella esazione dei diritti e dei censi contrari alle leggi ed agli usi, non toglie nulla alla loro origine militare e guerriera, onde bene
*5 P. COLLETTA, Storia del reame di Napoli, eri. a cura di N. CORTESE, Napoli, 1953, voi. II, pp. 230-231. Sulle riforme amministrative operate dai Francesi a Napoli, cfr. J. RAME Atro, Naples sous Joseph Honaparie: 1806-1809, Parigi, 1911: A. VALENTE, Gioacchino Murai e r Italia meridionale, Torino, 1941, p. 289 e segg. Per completezza bitelio grafico sulla materia cfr. anche R. PALMAKOCCHI, Le riforme di Gioacchino Murat nel primo anno di Regno, in Archivio storico italiano, anno LXXII, 1914, voi. I, p. 18 e segg.; G. LA VOLPE, Gioacchino Murai re di Napoli, amministrazione e riforme economiche {1808 1815), in Nuova rivista slorica, anno XIV, fase 6, novembre-dicembre 1930, p. 538 e segg.; e anno XV, fase. 1-2, gennaio-aprile 1931, p. 124 e segg.
*) M. CAPONE* Discorso sopra la storia delle leggi patrie, Napoli, 1854, parte II, p. 40, e segg.
*) Cfr. al riguardo P. VILLANI, Giuseppa Zurlo e la crisi dell'antica regime nel Regno di Napoli, catr. dal VII volt àéttAnnuario dell'Istituto storico italiano per l'età moderna a contemporanea, Roma, 1955.