Rassegna storica del Risorgimento

BIBLIOGRAFIA ; POLONIA ; STORIOGRAFIA
anno <1960>   pagina <57>
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Gli studi sul Risorgimento in Polonia 57
Tenne la guerra. Nelle condizioni di vita create dall'occupazione hitle­riana gli studi riguardanti la storia italiana furono quasi impossibili. Le bi­blioteche e le università furono chiuse, l'accesso alle fonti praticamente non esìsteva più. Alcuni studiosi, tuttavia, proseguivano le loro ricerche e scrivevano libri, sfruttando gli appunti raccolti prima della guerra. Questo fu il caso del già menzionato professore Haudelsman. Durante questi anni estremamente difficili ai accinse a scrivere un'ampia monografia sul principe Czartoryski, che rimase incompiuta a causa della morte tragica e prematura dell'autore. Subito dopo la fine delle ostilità, preparò la pubblicazione di quell'opera (in 3 volumi) un allievo di Haudelsman, il prof. Stefan. Kieniewicz. H lavoro fu definitivamente compiuto nel 1950. Secondo l'editore, i primi due volumi ci offrono la storia dell'uomo, cioè del Czartoryski, sullo sfondo dell'epoca, l'ul­tima parte, invece, si occupa principalmente della questione polacca nella epoca della guerra di Crimea. Il Haudelsman ebbe a sua disposizione i libri pubblicati fino al 1939, i documenti delle diverse organizzazioni dell'emi­grazione polacca, carteggi privati e atti ufficiali, attinti agli archivi polacchi ed esteri. Molti capitoli di quest'opera riguardano direttamente l'Italia. Ove si tratta del 1848 e degli anni precedenti, l'autore ha mantenuto la posizione del libro del 1936, di cui abbiamo già parlato; nell'ultimo volume ha sotto­lineato che, in certi momenti, Napoleone IH pensava di organizzare un'insur­rezione dei popoli slavi contro l'Austria, riprendendo in un certo senso la vecchia idea di Czartoryski del 1848. Ma i contatti diplomatici tra l'emigra­zione polacca e il governo di Cavour furono quasi nulli. L'imperatore dei Francesi abbandonò presto l'idea di spingere gli Slavi contro l'Austria, idea che doveva piuttosto servire come mezzo di pressione per rendere docile Vienna alla politica di Parigi. Del resto, Cavour fu contrario all'associazione della questione polacca con quella italiana al Congresso di Parigi per non crearsi troppe difficoltà durante questo convegno diplomatico. È molto interessante quel che Haudelsman ha scritto a proposito della questione italiana e dei rapporti italo-polacchi negli ultimi tempi della sua attività politica (voi* HI, p. 654 e seg.). Czartoryski, morto nel 1861, fu ancora testimone dell'unifica­zione d'Italia, cosa difficile a prevedere nel 1848. Nel 1859-60 il principe, nono­stante la sfiducia verso Mazzini e le scarse simpatie per la persona di Cavour, simpatizzava con gli Italiani. Ma il problema divenne assai complicato a causa del papa: certi membri del partito di Czartoryski, come il conte Zamoyski, si schierarono a favore del dominio temporale e una scissione interna mi­nacciò il campo conservatore polacco. H principe stesso, che, pur essendo cat­tolico, aveva una piena comprensione per la causa italiana, cercò di mitigare il papismo dei suoi seguaci* La sinistra polacca si schierò, invece totalmente dalla parte italiana.
Il libro di Handclsman, Adam Czartoryski, Varsavia 1948-50, basato, come si è detto, sui materiali conservati in alcuni archivi polacchi di Varsavia distrutti dorante la guerra, in quelli di Cracovia, di Poznan, di Torino, di Parigi (Archivcs dea Afiaircs Etrangèrcs, Arehivcs de la guerre), di Vienna (Haus-Hof und Staatsarchiv), di Bruxelles, della famiglia Montalembert ed altri, può interessare il lettore italiano perchè dà molte informazioni sui rap­porti tra PItaJia ed i popoli slavi, non sempre noti.
Imprendendo i suoi studi sui rapporti tra la Santa Sede e la questione polacca, Mieczyslaw Zywczynski si e fermato sulla persona di Fio IX. In un