Rassegna storica del Risorgimento

1860 ; INGHILTERRA ; RUSELL ODO WILLIAM LEOPOLD ; ROMA
anno <1960>   pagina <62>
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Noel Blakiston
Suo padre, William, che era fratello di Lord John Russell, occupò vari posti diplomatici e morì nel 1846.
Odo e i suoi due fratelli erano stati educati principalmente in continente da precettori -privala e da una madre estremamente intellettuale. Odo par­lava correntemente francese, tedesco e italiano. Se mai qualcuno fu destinato, sia dallo proprie capacità, sia dalle aderenze familiari, a una carriera diplo­matica, questi era Odo Russell, che nel 1868 sposò la figlia di Lord Clarendon. Aveva una bella voce tenorile,, per la quale qualche volta si fece apprezzare da Pio IX.
Scrisse copiosamente da Roma, in uno stile forte e chiaro e con una scrit­tura risoluta, alla sua famiglia, allo zio John e al Forcign Office. Se l'atto d'accusa di Lyons contro l'amministrazione papale fu veramente meno caldo di quanto non l'avessero sperato i liberali inglesi (come asserisce Hales, sulla base dei dispacci che ha letto), il tono delle lettere di Odo diede, senza dub­bio, una soddisfazione perfetta ai destinatari. Per lui, come per loro, il potere temporale (come, anzi, una gran parte di quello spirituale) era una pura com­media. Con stile degno di un Gibbon egli descrive le manifestazioni grotte­sche del governo papale come se avessero costituito un capitolo di storia medioevale.
L'idea centrale dei dispacci che Odo Russell ebbe a spedire al suo paese nel 1860 fu che era una pazzia supporre che il potere temporale potesse man­tenersi se non grazie a una guarnigione di truppe regolari straniere. Questo fatto era chiarissimo a molti osservatori oltre Russell, i cui dispacci non con­terranno, davvero, alcuna sorpresa per gli studiosi del Risorgimento. Le opi­nioni di Odo erano quelle di suo zio, che sono ben conosciute. Il quadro, però, che egli dipinge della vita romana durante quell'anno frenetico è molto lucido. Certo nessun occhio più calmo di quello del giovane diplomatico in­glese osservava la scena movimentata. Lord Lyons, scrisse, limitò la sua conoscenza a pochissimi palazzi dell'aristocrazia, ma io ho cercato di cono­scere gente interessante in ogni ceto sociale, per informarmi meglio di tutte le cose che riguardano Roma, e conosco anche molti preti e dignitari della Chiesa, che, generalmente, non sono accessibili agli stranieri... Debbo dire che ho molta ragione d'essere grato per la benevolenza che incontro dap­pertutto .
Il 31 gennaio ebbe un'udienza dal Papa che, dopo tante gentili domande su di me, parve volersi informare su varie questioni riguardanti la ribellione in India, le Isole Ionie, il Canale di Suez, i sentimenti dei partiti in Inghil­terra e in Irlanda, ile nostre leggi, la nostra amministrazione interna, ecc. Su tutte queste cose mi rincrebbe constatare che il Sommo Pontefice aveva opinioni molto superficiali e sbagliate. Cercai, quindi, di distruggere le impres­sioni erronee ed invelenito che egli ha riguardo agli uomini politici e alla poli­tica dell'Inghilterra... Ho parlato caldamente della felicità dello libere isti­tuzioni... che producono fiducia fra il popolo ed il governo... ma il Papa osservò soltanto che noialtri Inglesi non rassomigliamo ad altri popoli. Dopo poco, il Papa cominciò a parlare di Le pape et le Congrès e disse: La verità è che l'Imperatore francese adesso e interamente nelle mani dell'Inghilterra. Voial­tri ve ne servite per mettere in atto la vostra politica italiana, ma ciò non gli impedirà di rivoltarsi un giorno contro di voi e non credo che voi abbiate molti amici in Europa per aiutarvi quando venga quel momento, perche