Rassegna storica del Risorgimento

1860 ; INGHILTERRA ; RUSELL ODO WILLIAM LEOPOLD ; ROMA
anno <1960>   pagina <64>
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Noel Blakislon
mantenere l'ordine. Il Russell scrìveva sempre nei termini più lusinghieri della disciplina e buona condotta dei soldati francesi a Roma.
Si parlava molto in questo periodo del trasferimento della guarnigione francese. Finalmente, il 12 maggio, poco prima che scoppiasse la tempesta in Sicilia, Odo Russell riferiva che G-rainont e AntouelE s'erano scambiati alcune note nelle quali era stata fissata la partenza delle forze d'occupazione, che doveva cominciare in giugno e finire in settembre. Lamoricièie aveva già circa 18.000 uomini e Odo <r sperava che non si mettesse nessun ostacolo nel reclutamento dell'esercito papale, acciocché l'esercito francese potesse vera­mente ritirarsi completamente e il potere temporale del Papa appoggiarsi solamente sui suoi propri ineriti . Lord John aveva avuto ragione di rifiutarsi di sottoporre al Parlamento 1) i documenti riguardanti gli Stati Pontifici: dovremmo lasciare Sua Santità e il figlio maggiore della Chiesa a sbrigarsela da sé .
Questa era stata una delle occasioni nelle quali il nipote aveva avuto qualcosa d'interessante da riferire allo zio e da commentare; ma non era sempre così. Un altro giorno di maggio egli non aveva niente da dire, perchè aveva fatto visita ai snoi amici diplomatici e li aveva trovati disoccupati. Il Duca di Gxamont progettava una giornata di caccia alle quaglie, il cardinale Anto­nella sempre allegro e simpatico, parlò per un'ora dei fiori del suo giardino e dei pesci del Lago di Albano. Sua Eminenza mi confidò che la sua vera voca­zióne nella vita era lo studio della natura, specie la botanica e la geologia; che detestava la politica e il potere e pregava che la Provvidenza lo dispen­sasse dai snoi doveri verso il Papato. Dopo aver lasciato la compagnia pia­cevole del cardinale, Russell incontrò alcuni suoi compatrioti. Alcuni pre­lati inglesi che stanno attorno al Papa mi dissero con sinistra gioia che i primi effetti della scomunica cominciavano a farsi sentire e che la morte del signor Quaglia, primo Presidente delle Camere piemontesi, sarebbe stata seguita da altre manifestazioni della collera divina. Pare che il clero straniero sia il più rabbioso; i preti italiani, per quanto io posso giudicare, credono che la sco­munica non sia né necessaria né prudente... Dispiace loro di vedere il Papa circondato da prelati e camerlenghi stranieri, e i convertiti preferiti agli italiani .
A proposito dei prelati stranieri, Russell descrive una intervista col car­dinale Wiseman. <c II Papa crede che il cardinale Wiseman sia il meglio infor­mato di tutti sulla politica inglese e Sua Eminenza ha sempre assicurato Sua Santità che, presto o tardi, vi sarebbe stata una grande guerra fra l'In­ghilterra e la Francia, la quale sarebbe riuscita vantaggiosa per la Chiesa in qualunque modo finisse. Se l'Inghilterra avesse vinto, il Papa si sarebbe sbarazzato di Napoleone; se la Francia, Napoleone avrebbe imposto un governo cattolico-romano all'Inghilterra. Il Papa assicura i suoi favoriti che una tale guerra sarebbe una grande benedizione. A me queste opinioni parevano così mostruose che feci visita a Wiseman. Sulle prime egli fu riservato, ma gra­dualmente sviluppò questo punto di vista. Mi disse in confidenza ohe sapeva ohe Napoleone aveva preso contatto con i cattolicoromani inglesi e stava
') Due mesi dopo, comunque, come ho detto sopra, il governo pubblicò un'ampia scelta dei dispacci di Lyons su questo argomento, 1855-1857.