Rassegna storica del Risorgimento

1860 ; INGHILTERRA ; RUSELL ODO WILLIAM LEOPOLD ; ROMA
anno <1960>   pagina <66>
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66 Nòel BhkUton
aver capitolato davanti a Garibaldi a causa del tradimento dei generali napo­letani, che erano grandemente corrotti dall'oro straniero . Odo accennò alla abitudine dei governanti italiani di richiedere l'aiuto straniero contro loro sudditi. " Figlio mio, rispose il Papa, Lei parla per ignoranza. Come ho detto prima, gli Italiani non sono cattivi; guardi, per esempio, come accom­pagnano le processioni della Santa Vergine a Roma, ma sono timidi e facil­mente traviati... Non sanno governare se stessi, ci vuole una forte mano per governarli . Pareva profondamente convinto che una guerra generale avrebbe ristabilito le cose nel loro antico stato. Mi chiese se credessi che l'Imperatore avrebbe potuto tenere l'Inghilterra occupata per craniche tempo dopo l'inva­sione. Risposi che non lo avrebbe potuto, ma che io non credevo che il nostro alleato progettasse un'invasione. *4 Dunque Lei non sa, egli disse, che la crue-stione fu discussa coi sovrani tedeschi alla conferenza di Baden....,,. Se mi sono soffermato su una conversazione privata di nessuna importanza pub­blica l'ho fatto principalmente per dimostrare che la mente del Papa Pio IX non è tale da fronteggiare efficacemente le difficoltà che minacciano la Santa Sede.
Alla metà di luglio Odo andò a far visita per tre settimane a Henry El-liot, ministro inglese a Napoli, e cognato di suo zio John. Fu molto commosso nel vedere nel porto di Napoli un bastimento carico di esuli reduci. L'ultimo discorso di Lord John sul nonintervento aveva creato ' una esplosione di entusiasmo a Napoli. È molto piacevole vedere come tutti gli Italiani ben pensanti La ritengano il loro migliore amico... Alcuni credono ohe, se i Bor­boni fossero rimossi e nn Re più popolare messo sul trono di Napoli, i Napole­tani sarebbero soddisfatti di una confederazione italiana. Le mie osservazioni m'inducono a credere che l'unità sotto un unico scettro sia la aspirazione vera e profondamente radicata degli Italiani. Vedremo: può darsi che mi sbagli, ma, per quanto riguarda gli Stati Romani, sono sicuro che i sudditi del Papa desiderano ardentemente di mandare Sua Santità a Gerusalemme .
Nel frattempo, a mano a mano che l'estate si avanzava, divenne palese il fatto che Io Stato pontificio non solamente si trovava sulla linea del fuoco, ma era divenuto esso stesso un bersaglio sul quale si poteva tirare da ambe­due i lati. Tutti guardavano al suo difensore, l'Imperatore francese, e l'imba­razzo intenso di Gramont, inviato di Napoleone a Roma, quando le promesse che aveva fatto a nome del suo Capo non vennero mantenute, è descritto vivacemente da Russell.
Alla fine di agosto, Odo aveva visitato Gramont a Frascati. Ho passato qualche giorno qui alla villa Falconieri coi Gramont, che sono sempre molto gentili verso di me. Egli e un ospite molto amabile e la sua conversazione è intelligente- spiritosa e istruttiva, perchè si interessa di tutto. Sfortunata­mente non sa dire la verità, sicché le sue dichiarazioni non valgono gran che È difficile essere più simpatico e meno verace di lui in sostanza, e un pia­cevole ciarlatano. Come tutti i diplomatici francesi in Italia, ostenta il mas­simo disprezzo per le aspirazioni italiane e il massimo odio per gli Italiani, e dichiara che non può interessarsi di una nazione ohe dimentica le leggi della moralità pubblica e privata. Vuol impiccare Cavour, fucilare Garibaldi e abbandonare tutta l'Italia a un'eterna occupazione austriaca... . Fino al 14 settembre Gramont dava assicurazioni ad Anronelli che non credeva vi fosso un limite al numero delle truppe che la Francia avrebbe mandato per cac-