Rassegna storica del Risorgimento

1860 ; INGHILTERRA ; RUSELL ODO WILLIAM LEOPOLD ; ROMA
anno <1960>   pagina <67>
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Con Odo Russell a Roma nel 1860
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dare i Piemontesi fuori dagli Stati papali. Il 25 settembre era sicurissimo che l'Austria avrebbe varcato il Po entro qualche giorno con un grande eser­cito e credeva che una campagna di tre settimane sarebbe bastata per distrug­gere l'esercito piemontese . Tuttavia, il barone Bach non crede nell'inter­vento austriaco per ora; è d'accordo con Antonelli che sarebbe troppo presto e che è da desiderare che gli Italiani commettano molti eccessi, per rendere più schiacciante l'intervento, quando avverrà. Quindi desidera la partenza del Papa, perchè egli spera che sia seguita da eccessi popolari e, dopo, da un generale intervento cattolico. Povera Italia! I barbari non la lasceranno mai sola .
Nel frattempo, l'entusiasmo prodotto nel popolo dalla politica del Pie­monte diventa pazzesco e la partenza del Papa è aspettata con un'ardente: ansietà. I prìncipi romani temono l'anarchia che potrebbe seguire, ma non hanno un grande affetto per il loro sovrano... Fra il clero, anzi, Sua Santità e l'Antonelli sono condannati ad alta voce... I Benedettini e i Gesuiti hanno mostrato sintomi di ribellione. Ci sono, infine, strani segni di discordia nella Chiesa e, se il Papa scappa via da Roma, si bisbiglia che, forse, potremo go­dere lo spettacolo di un Papa e di un Anti-Papa che si scomunicano l'un l'altro come nel Medioevo. Certo è impossibile vivere in un tempo più interes­sante di questo .
Il Papa, però, non scappò. Fece tutt'altro: rimase e cercò di ricostruire il suo esercito sconquassato. C'era un contingente, tuttavia, che non si rinno­vava facilmente. Nei dispacci di Russell vi sono molte allusioni alla Brigata Irlandese. Il 1 maggio informava che Lamoricière aspettava un gran corpo di Irlandesi che debbono venire a Roma travestiti da pellegrini e arruolarsi appena arrivati . Le reclute irlandesi divennero subito una vera peste; non erano soddisfatte della paga: s'erano aspettate che si formasse una loro Le­gione, con uniforme speciale, e che i loro ufficiali fossero Irlandesi; si lagna­vano del cibo e dei letti, facevano tumulti ed incendiavano le caserme. Le autorità a Macerata preferivano perfino una guarnigione spagnola ad una irlandese... Odo confessava che non poteva trattenersi dal godere dei guai cagionati al governo pontificio dagli Irlandesi, perchè tanto i preti quanto i soldati hanno ciò che si meritano per la loro stoltezza, e le mie umili pro­fezie ad Antonelli si avverano . Il 10 luglio scriveva che gli Irlandesi ammon­tavano a circa 1300 ed erano molto indisciplinati. Antonelli gli disse che aveva dato l'ordine di rinviare a casa, a spese del Papa, tutti quelli che si opponevano a prestare servizio nell'esercito papale: circa cinquanta uomini erano già stati mandati via. Il Cardinale capiva adesso perchè, otto mesi fa, io gli avevo consigliato cosi caldamente di non formare una Legione irlan­dese; e diceva che né il Papa né lui stesso sapevano che il carattere irlandese era così energico, e si rendeva conto, ora, delle difficoltà del governo britan­nico nel trattare con l'Irlanda. Pio TX, però, non era uomo da imparare dall'esperienza. In un dispaccio del 13 ottobre, leggiamo: Uno degli esempi più cospicui dell'ostinazione del Papa è il fatto che non solo ha dato ordini per la formazione di un nuovo esercito, ma insiste anche nell'arruolarc di nuovo Irlandesi, quantunque il recente esperimento sia riuscito così disa­stroso. Un certo capitano irlandese fu mandato da de Merode a incontrare la brigata irlandese a Marsiglia, mentre stava ritornando in patria, e ad invi­tare gli uomini ad arruolarsi di nuovo, ma essi non vollero servire più sotto