Rassegna storica del Risorgimento
CERVIA ; MOSTRE
anno
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1960
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pagina
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78
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LIBRI E PERIODICI
PASQUALE VU.IA.M- Il sistema tributario del Regno di Napoli e le finanze comunali del distretto di Salerno alla metà del Settecento (Collana Storica Economica del Salernitano, Fonti, 5); Salerno, 1958, in 8, pp. LXVtI-170. I 2000.
Scopo di questa indagine, svolta sui catasti onciari del Salernitano, è quello di attirare l'attenzione su di un aspetto poco noto della loro importanza, e, cioè, sul valore che- essi hanno per lo studio delle finanze locali e del sistema tributario verso la metà del Settecento. Già nel 1952, con un articolo pubblicato sulla Rassegna Storica Salernitana, H Villani aveva avanzato alcune ipotesi fondate sulla analisi dei bilanci e sulla ripartizione delle imposte nell'ambito dei comuni di Eboli, Atena Lucana e Mortella. Da questa analisi aveva tratto conclusioni che sostanzialmente anticipano quelle cui giunge con il presente scritto. La differenza tra quello e questo lavoro sta come egli stesso rileva nel fatto che le affermazioni ed ipotesi alle quali arrivava attraverso la disamina dei dati concernenti tre comuni sono oggi approfondite ed in gran parte convalidate da una disamina più attenta ed estesa, riguardante ben ventinove comuni del distretto di Salerno.
Per dare una visione uniforme e più che soddisfacente della economia finanziaria dei cornimi del distretto di Salerno, il Villani avrebbe desiderato utilizzare, come documento base, la cosidetta collettiva generale delle once e della tassa, che veniva formata in ogni municipio nei modi che si preciseranno tra breve. Ma la raccolta delle collettive non è purtroppo completa sia perchè molti documenti sono andati dispersi, sia perchè sin d'allora si manifestò, da parte di quei comuni adusati a vivere a gabella e refrattari alla attuazione della riforma catastale voluta da Carlo III, una viva opposizione a fornire i dati richiesti. Attuare il nuovo sistema di imposizione significava passare da un vecchio assetto finanziario, fondato sulla tassazione indiretta, ad un meccanismo in cui la tassazione diretta e proporzionale cominciava a farsi luce. E quali che fossero i pretesti addotti, il nuovo sistema finiva col far sentire qualche vantaggio ai più poveri e infastidire e svantaggiare i ricchi e i possidenti, i quali invece, con la imposizione delle gabelle, non avevano mai avuto l'obbligo né di denunziare i loro beni, né di pagare per essi. -Donde una opposizione vivissima, trionfante dove più forte era il ceto dei galantuomini e finalmente appagata dalla debolezza del governo, che non avendo avuto la forza di estendere coercitivamente la riforma a tutti i cornimi, si rassegnò, pur di veder finite le liti, a riconoscere il diritto dei municipi di vivere o a catasto o a gabelle, a di loro arbitrio. Sicché, tanto per tornare alla documentazione utilizzata dal Villani, sono venuti a mancare dati relativi a grossi comuni come ad esempio Cava e San Severino. Difficoltà superata con la semplice omissione della loro esistenza, la quale, sebbene spiacevole, non altera il quadro che si ricava dai documenti pubblicati . Infatti, la documentazione esistente per il territorio prescelto non è soltanto indicativa di una certa situazione di fatto ma offre già l'esempio di una rilevazione di massa.
La documentazione così raccolta è stata poi distribuito molto opportunamente in tre masse, corrispondenti'a tre zone, le cui caratteristiche geografiche ed agricole, richiamando quelle di natura e di ambiente, potessero fare intendere con maggiore facilità la situazione di ciascun aggregato umano, e che sono: 1) l'agro nocorino e la valle del Santo; 2) la costièra amalfitana; 3) le valli dell'Imo, del Piacentino, del Tu-eciano. L'insieme delle quali formavano quella regione ohe il Galanti definì la contrada più pregievole dell'intero principato.
Come il Villani abbia poi proceduto a richiamare alcune nozioni riguardanti il catasto ondano ed il sistema fiscale che ne derivava è oggetto di lungo e documentato paragrafo. A noi basti ricordare che il catasto carolino fu detto onciario in quanto la