Rassegna storica del Risorgimento
CERVIA ; MOSTRE
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1960
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pagina
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80
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80 Libri e periodici
concentrata nelle mani di pochi da una parte, redditi bassissimi provenienti quasi esclusivamente dal lavoro, dall'altra.
Ma sul piano del valore delFonciario come fonte utilizzabile per l'analisi del sistema tributario e della finanza locale, le suddette ed interessanti notizie non aggiungono molto. Occorre ancora rifarsi al problema della formazione della tassa , ossia al problema della costituzione della parte attiva in sede al processo di formazione del bilancio* quando, una volta liquidata la parte passiva, si poneva l'esigenza di riscuotere una somma pari all'ammontare di quanto dovuto dall'università per imposte statali, ammortamento di debiti, spese locali, interessi passivi ed esiti vari. Quel gran calde-zone., cioè, che rappresentava il totale generale degli esiti, doveva essere poi coperto con la formazione della tassa , o come si diceva facendo il pieno . Al calcolo della massa passiva faceva seguito quello della parte attiva e si bilanciava l'insieme assegnando rispettivamente ad ognuno dei nove gruppi tra i quali si dividevano tutti i contribuenti, nove quote determinate in base olla partecipazione di ciascuno alla vita comune. Purtroppo vigevano a favore dei cittadini meno bisognosi clausole di esenzione e dì privilegio, e non sempre il reddito imponibile veniva sottoposto alle varie aliquote di imposta secondo il gruppo cui apparteneva il contribuente. Per di più le aliquote assegnate ad ogni gruppo non erano nemmeno fisse, in quanto variavano come spiega il Villani col variare del rapporto tra il numero dei fuochi ed il reddito imponìbile. Sicché, l'operazione del pieno, la più delicata dal punto di vista politico e sociale, avveniva sulla base dell'arbitrio e del privilegio, quando non si verificava ancor più ingiustamente attraverso il falso rapporto tra fuochi e reddito imponibile.
Nei casi in cui non si fosse riuscito a fare il pieno , la Sommaria distingueva le università nelle quali finora è stato solito viversi a gabella da quelle nelle quali finora è stato solito viversi a catasto o a tassa inter cives, volgarmente detta tassa a battaglione, senza esagerazione alcuna. Differenza profonda che come già vedemmo, aveva trovato la sua definitiva sanzione, quando il diritto delle università a vivere a catasto o a gabelle, a di loro arbitrio era stato pienamente riconosciuto. Distinzione che a sua volta si estrinsecava, sul piano del sistema fiscale e del meccanismo dei tributi, attraverso l'adozione di un duplice metodo di aumento. Cioè, quando nei comuni retti a gabelle, non si riusciva a fare il pieno si convocava il pubblico parlamento per decidere se aumentare qualche gabella meno gravosa però e meno sensibile ai poveri, per quella quantità solamente, quale bisogna, per compliro il pieno di tutti i pesi. Nei comuni, invece, che si reggevano a catasto si aumentavano le tasse delle once e delle teste secondo i massimali precedentemente stabiliti, e si assoggettavano i nobili, gli esercenti professioni liberali e i sessagenari, normalmente esenti dal testatico, al pagamento eccedente la misura di carlini 10, massimo dell'aumento quota consentito, per gli appartenenti a tutte le altre categorie di contribuenti.
Era logico che un tale sistema consentisse innumerevoli eccezioni e si traducesse, sul piano del regime fiscale, in una straordinaria varietà. Sicché, la esempUficazione quantitativa, i prospetti e le osservazioni che il Villani ricava dalla rilevazione dei dati dell'ondano, non potrebbero essere l'utili alla indagine ecanomico-storiografica, al di fuori di quanto non lo siano per la sola provincia di Salerno, se non fossero fusi in quattro gruppi che olirono della vària e complessa situazione finanziaria un inquadramento sufficientemente preciso e valido per tutti i comuni del Regno, ad eccezione di quelli che rifiutarono di applicalo, anche parzialmente il catasto,! e che formerebbero quindi tui quinto gruppo che non rientra nella nostra indagine e che prova la debolezza del Governo, costretto a cedere alle forze particolaristiche e a rinunziare alla piena applicazione del nuovo piano finanziario e tributario volto a vendere più uniforme od equa la ripartizione dalla imposto..
Il primo di questi cinque gruppi, dunque, comprendo i cornimi ohe, potendo coprire la maggior porte delle uscite con rendite patrimoniali o feudali '(diritti proibitivi del forno, del macello, dell'acqua) esentavano i cittadini da ogni pagamento, sta delle imposte dovute allo Stato, sin delle, spese commutative. Sui ventinove comuni