Rassegna storica del Risorgimento
CERVIA ; MOSTRE
anno
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1960
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pagina
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82
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82 Libri è periodici
pito degli amministratori era quella di provvedere ad assicurarsi il pagamento dei tributi statali, dei quarantadue carlini a fuoco e di tutte le altre imposizioni clic vi si erano aggiunte. I poteri centrali avevano perciò il massimo interesse a regolare e a controllare la gestione dei fondi raccolti dai municipi e non mancarono di farlo, iniziando sin dal 1626 con la legge sul riordinamento dei bilanci comunali e con la nuova definizione del cosiddetto stato discusso . Cioè, i pesi delle università dovevano essere fissati in- un bilancio successivamente discusso, approvato ed eventualmente modificato dalla camera della Sommaria e che prese per l'appunto il nome di stato discusso. Gli Stati discussi inseriti nell'onciario, come base della tassa dei cittadini, consentono di esaminare la natura e la composizione delle uscite comunali.
La prima voce degli Stati discussi riguardava il debito verso la Regia Corte per imposizioni ordinarie e straordinarie. Seguivano i debiti verso i creditori fiscalari e strumentari, alla, cui origine, in maniera-diretta o indiretta, era quasi sempre la pressione tributaria dello Stato, Il quale, o aveva alienato una parte dei tributi addossando il pagamento del debito alle università, o aveva costretto le università, incapaci a soddisfare i pesi statali con le tasse esatte dai propri cittadini, a farsi prestare le somme occorrenti con regolari'contratti notarili (istrumcnto). Venivano infine le spese per l'amministrazione del Comune, dette spese commutative comprendenti stipendi e salari per il personale amministrativo, compensi per avvocati e medici, manutenzione di orologi e strade, diritti di esazione e via dicendo.
E parso opportuno al Villani di esaminare in quale misura le uscite fossero assorbite dalle tre fondamentali voci di bilancio, e eioè dalle: imposte statali, dagli interessi e ammortamento dei debiti e, infine, dalle spese commutative. Queste ultime, di maggiore interesse per la ricostajuKÌoiie di quanto avveniva sul piano dello amministrazioni locali sono state analizzate e suddivise, per comodità espositiva, in sette categorie distinte e corrispondenti: a) alle spese dell'amministrazione vera e propria (stipendi, salari, strade, orologi); 6) alle riserve per le spese straordinarie; e) alle spese per il culto; d) alle riserve per le festività; e) alle spese per la pubblica sanità (medici e chirurghi); f) alle spese per la pubblica istruzione; g) alle spese per le prestazioni assistenziali (pietanze, maritaggi, abbuono di tasse).
E dalla raccolta dei dati, articolati in tre tabelle che ricalcano la già accennata suddivisione dei ventinove comuni del distretto di Salerno, nelle tre zone dell'Agro noccrino-saroese, della costiera amalfitana e delle valli dell'Imo, del Picentino, e del Tusciano, il Villani ha desunto percentuali preziose per la conoscenza della vita amministrativa e finanziaria dei piccoli centri dell'Italia Meridionale verso la metà del '700. Risulta cioè, dalla maggior parte dei casi considerati, che il 75-85 delle uscite era costituito dalle imposte statali e dagli interessi ed ammortamento di debiti, ossia dalla pressione esercitata dal Governo centrale, sia direttamente attraverso la liquidazione delle imposte, sia indirettamente mediante il meccanismo del pagamento dei debiti contratri per l'alienazione delle imposte. Il margine per le spese commutative, dalle quali i cittadini ritraevano pia. immediato vantaggio era piuttosto ristretto e oscillava intorno al 15-25 del bilancio totale. Nell'ambito di questi 15-25 , si annoverava l'uso abbastanza esteso (dieci università su ventinove) di stipendiare medici e chirurghi. Molto trascurati erano invece gli stanziamenti per la pubblica istruzione (tre università su ventinove) o quasi mai mancavano, al contrario, le spese per feste religiose e civili. Gli stanziamenti per il culto non erano invece eccessivi, e si ducevano per lo più alla sovvenzione per il predicatore quaresimale, e, in molto più. rari casi, a compensi e sussidi per confessori, parroci e monaci. Le spese classificate corno ommunstrative, comprendevano, come sopra si d detto, stipendi, salari e prostazioni varie a governatori, cancellieri, amministra tori, avvocati e procuratori. Tra.le medesimo si annoverano nuche le spese per la manutenzione delle strade e dell'orologio. Notevole ora infino, tra il 5 o il 10 . il eosto di riscossione delle imposte. Naturalmente più differenziati e numerosi erano i capitoli di spese man mano che i comuni crescevano di importanza e di popolazione: ne e buon esempio lo Stato discusso di Salerno.