Rassegna storica del Risorgimento

CERVIA ; MOSTRE
anno <1960>   pagina <85>
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Libri e periodici 85
nella maggioranza della popolazione, ancorata ancora alle viete forme esteriori, di una ferma fede religiosa e, per giunta, di vigorosi sensi di civismo; tant'è che tutta la società soffriva di una profonda disgregazione. L'antica nobiltà andava esaurendosi man mano in molti centri maggiori e minori e andava, di conseguenza, perdendo anche di presti­gio; ma un'altra classe si arricchiva a dismisura, la classe della borghesia, costituita nella maggior parte di proprietari terrieri, i quali, sfruttando i disagi e la crisi della nobiltà, inserendosi nelle controversie tra i baroni e le Università, avidi di guadagno e desiderosi di acquistare essi pure titoli nobiliari, si impadronivano delle terre che sareb­bero spettate alla comunità (basterà qui accennare di sfuggita alla soppressione, nel 178-A, degli ordini religiosi della Calabria Ulteriore, di cui tutto il vasto patrimonio, detto della Cassa sacra, passò quasi per intero nelle loro mani), ma senza curarsi punto di migliorarne o rammodernarne il sistema feudale di produzione, anzi gravando di nuovi tributi e di nuovi carichi i ceti contadineschi, i quali, privati a poco a poco persino dei vecchi diritti, f uron costretti, in gran numero, poiché indebitati sino al collo a darsi al bracciantato e alla fame. Di qui pertanto lo spopolamento delle campagne, il brigantaggio e gli odi accaniti contro i galantuomini, odi che esplodevano spesso in aperte rivolte.
Non è però che sprazzi di luce di rinnovamento non siano pure penetrati in Calabria, specie nella seconda metà del '700. Qualche contatto fu stabilito tra i giovani e le correnti più vive del pensiero europeo per opera soprattutto di teologi o di abati che insegnavano nei conventi o nei seminari e che erano a conoscenza delle opere mag­giori dei filosofi del secolo o che si erano accostati alle controversie allora dominanti metafisico-religiose (sulle figure più. rappresentative l'A. tratteggia, con larga informa­zione, limpidi profili); ma ad aprire ai giovani prospettive nuove di studio e di ricerche; concorsero soprattutto laureati che, tornati in Calabria da Napoli ove avevano intese: le lezioni del Genovesi, del Conforti, del Cirillo, si cran fermati nei loro paesi natii e si eran dati per lo più all'insegnamento nelle scuole regie o private informandolo alle idealità illuministe. Si venne cosi a mano a mano costituendo, anche in virtù della diffusione di scritti ispirati alle concezioni più avanzate, sotto l'aspetto religioso poli­tico ed economico, del pensiero oltramontano, un gruppo abbastanza numeroso di intellettuali calabresi, il quale non giunse (a detta dell'A.) ad atteggiamenti rivoluzio­nari, ma senti per altro il bisogno di una maggiore libertà e il desiderio di abbattere le barriere che impedivano il pieno manifestarsi delle iniziative individuali e anche sociali, ma estraniandosi' però da ogni interesse locale e popolare (ed è questo un parti­colare, a mio avviso, che va messo bene in rilievo) sìa perchè eran la maggior parte di essi nobili o figli di nobili e proprietari o figli di proprietari terrieri, sia perchè la loro cultura aveva un fondo nettamente astratto. E da credere che, se non tutti, molti fossero affiliati alla massoneria (e tra loro v'erano anche non pochi sacerdoti di idee innovatrici), la cut organizzazione in Calabria (così afferma il Cingali) ebbe un ruolo non trascurabile, specie negli ultimi due decenni del secolo. Invero molte logge sorsero in quegli anni tanto nella Calabria Ulteriore quanto nella Citra (ad esempio, a Tropea a Catanzaro a Crotone a Cosenza) e persino in casali lontani dai centri più popolosi? ma nulla ai sa ni dei lori riti né delle loro tendenze. Il certo invece è che il moto rifor­mistico si arrestò del tutto, e ne seguì un violento moto d'involuzione, proprio alla vigi­lia degli avvenimenti del '99, In seguito alle aspre polemiche non tanto dei laici colti, ma legati allo scolasticismo e all'accademia, quanto del. grosso del clero che, animato da nn vero e? proprio fanatismo oscurantista, cercò ogni mezzo per attirare l'attenzione del govèrno sul filosofi e sugli spiriti forti della Calabria.. Basterà qui ricordare che tra il 1794 e il 1798 Ben 493 persona furono processate por i cosalet li delitti di opinione.
Il quadro che abbiamo frettolosamente tracciato della situazione generale nella Calabria sul finire del Settecento (ma quante belle pagine dell* A., dense di fatti e ric­che di penetranti osservazioni, siamo stati costretti'per la tirannia dello spazio a tra­scurare t) ci par renda chiaro ohe in una regione siffatta, agitata da cosi foschi interni