Rassegna storica del Risorgimento

CERVIA ; MOSTRE
anno <1960>   pagina <90>
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90 Libri e periodici
Le reiasioni alla Società Economica di Barit a cara dell*Amministrazione della Provincia di Bari. Volume 1:1810-1822; Moffetta, Tip. ApiccBa, 1959, in 8, pp. XX-296. S, p.
L'Amministrazione della Provincia di Bari ha inteso provvedere alla pubblicazione di quelle relazioni che presentate tra il 1810 e il 1822 dai vari membri della Società Economica, dormivano ormai da un secolo e mezzo negli scaffali della Biblioteca Nazùx-naie Sagarrìga Visconti di Bari. Trattasi di alcuni registri, il primo dei quali contiene le relazioni pubblicate in questo primo volume di fonti, ed è costituito da uno zibaldone con rilegatura moderna dì fogli 440 di min. 220 X 340, il cui indice è fedelmente tra­scritto a pag. XIX dell'introduzione. Tuttavia non tutti gli scritti contenuti nel sud­detto zibaldone sono stati trascritti e pubblicati. È stata omessa la stampa dei discorsi ufficiali e delle orazioni pronunciati dai membri della Società e si è data invéce la pre­ferenza alle memorie di vero contenuto scientìfico, ordinate per argomento nelle se­guenti sezioni: parte prima Morfologia e Generalità sui Terreni; parte seconda Memorie Botaniche Speciali; parte tèrza Arti Applicate all'Agricoltura.
Quale fu la vita di questa Società Economica è rapidamente detto dal prof. Mat­teo Fantasia. Sorta il 16 febbraio del 1810, in virtù del provvedimento che istituiva una Società Economica in ognuno dei capoluoghi di provincia del Regno, la Società Economica della Terra di Bari ebbe circa sessanta anni di vita (1810-1866). Essa, come la maggior parte delle consorelle, si giovò all'inizio dei suoi lavori dei risultati conse­guiti dalla celebre Statistica del Reame di Napoli fatta eseguire, per conoscere le reali condizioni del paese, da Gioacchino Murat. Da quel periodo in poi secondo lo stesso i sessantanni di vita della Società Economica possono dividersi in tre ven­tenni: fiorente di studi e ricco di iniziative il primo, meno intenso di attività il secondo, contrastato l'ultimo, specie quando si scoprì che, nonostante la protezione del governo borbonico, la maggioranza dei soci era affiliata alla Carboneria (!?).
Senza entrare nel vivo dei due periodi successivi, dei quali si potrà sempre discor­rere all'atto della pubblicazione dei successivi volumi, conviene brevemente soffermarsi su quella parte del ventennio che il Fantasia definisce più fiorente di studi e ricco di iniziative e che costituisce praticamente l'oggetto di questo primo volume. Innanzi tutto, necessita rilevare che su 32 relazioni neanche una sola tratta dei problemi speci­fici della cerealicoltura, o meglio sola quella di un anonimo, intitolata Memoria intorno all'introduzione dei succedanei dei cereali pone l'accento su quello che era innegabil­mente uno dei problemi maggiori dell'economia pugliese. Lo stesso dicasi per altri generi dell'economia mediterranea quali il vino, l'uva e i prodotti della pastorizia. Solo l'olivo e l'olivicoltura ebbero il favore di diverse relazioni e di una specifica memoria sulla necessità del credito ai coltivatori dell'olivo . Accanto a queste strane e dimenti­canze intorno ai problemi strutturali dell'agricoltura pugliese, si hanno invece rela­zioni speculative e memorie botaniche speciali come quelle sulla coltivazione dei papaveri e solla maniera di catrame l'oppio , sul ricino e sul castagno che dovrebbe moltiplicarsi in questa nostra provincia . Di particolare sapore e di notevole interesse è la relazione sulla promozione e coltivazione delle patate che, in conseguenza del blocco continentale e della necessità di sopperire ai cattivi raccolti con mezzi diversi dalla semplice e libera importazione dall'estero, si andavano introducendo in tutte le parti dell'Impero. Sono piante si noti la compiacenza cho il De .latta scrive di coltivare da più anni come fa qualche altro gentiluomo virtuoso mentre il ceto de* contadini per mancanza d'istruzione ne ignora assolutamente l'utile, che avrebbe eviden­temente sperimentato l'anno scorso, in cui per la mancanza del generi giunse il frumento a véndersi ne* nostri luoghi sino a ducati 7 al tomolo; e nello altre Provincie, special­mente in Lecce, sino a ducati 8.
Molto più accentuato è l'interesse che i vari corrispondenti della Società Econo- mica portavano olle cose connesse con l'attività commerciale e manifatturiera. Gaetano AndrianL ad esempio, scrive sul modo di ottenere il guado nativo, di coltivarlo, di pre­pararlo e di adoperarlo per la tintura , in questo seguito da Vitangelo Morea che stilò, la sua lettera suirisatis tintoria ossia guado . ancora dei tessili s'interessano Giù-