Rassegna storica del Risorgimento
CERVIA ; MOSTRE
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1960
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pagina
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93
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Libri e periodimi 93
ghiaie manoscritto lo ha condotto a giudicare scorretta e infedele l'edizione del Tabarrini, il quale avrebbe avuto lo scopo di nascondere o alterare il genuino pensiero religioso del Capponi o quanto meno attenuare il linguaggio anticlericale.
Esigenze religiose e morali, più che storiche, spinsero lo scrittore toscano a comporre la Storia dei Papi: sono gli anni in cui egli auspicava la riforma religiosa e con questo lavoro voleva dare una dimostrazione che la storia confermava le sue dottrine sul dogma e sulla gerarchia ecclesiastica. Nel cercare di spiegare i motivi per cui quest'opera rimase incompiuta, il Macchia coglie l'occasione per chiarire alcuni aspetti del pensiero religioso del Capponi ed affronta il problema della crisi che si inizia in lui con la cecità e con la morte della figlia e che sfocia nel ritorno agli atti esterni di culto. Crisi non improvvisa, ma maturata lentamente, alla quale il Macchia ricollega la decisione di troncare questo lavoro, di non riprendere più la Storia di Pietro Leopoldo, rimasta pure incompiuta, e lo scrupolo a pubblicare il eFrammento sull'educazione, anch'esso tutto di ispirazione riformistica.
Alla bibliografia degli scritti seguono le 106 voci delle lettere a stampa (anche qui non mancano critiche, notizie e precisazioni, come quelle che si riferiscono al carteggio col Tommaseo e alle famose lettere sulla riforma religiosa dirette a Lambruscliini), cui va aggiunto un elenco di opere biografiche e di necrologie e lavori storici contenenti giudizi sul Capponi.
Questo lavoro del Macchia, per la sua vastità e per l'importanza delle questioni esaminate, può quindi, non solo essere considerato una guida utile per chi voglia affrontare uno studio sul Capponi, ma costituisce un apporto notevole alla chiarificazione e alla comprensione della complessa personalità dello scrittore toscano, a cui contribuiscono in modo non indifferente gli inediti pubblicati in appendice, che si rivelano preziosi, data la scarsità di documentazione esistente per certi periodi della sua vita, e che rappresentano un invito a riprendere ed approfondire le indagini direttamente sui suoi scritti. MAKIA LUISA. TREBILTANI
FRIEDRICH EKGEL-JAKOSI, Ósterreich und dar Vatikan, voi. I.: Die Ponti fikatc Plus IX und Leos XIII (1846-1903); Groz-Wien-Kòln, Styria, 1958, in-8, pp. XXVI-324, tav. 12, Scellini austriaci 136.
E un'opera, alla cui preparazione il noto storico viennese ha dedicato otto anni di pazienti e fruttuose ricerche e la cui pubblicazione è venata a soddisfare fondate aspettative di molti studiosi delle relazioni diplomatiche austrovaticane intercorse durante il regno dei due pontefici Pio IX e Leone- XIII. Non si tratta di un libro che esaurisca l'argomento annunciato nel titolo, o che lo presenti nelle sue soluzioni definitive. L'autore stesso lo ammette nella prefazione. Quando un giorno gli archivi vaticani saranno aperti ai ricercatori fino alla fine del secolo XIX, è probabile che qualche particolare possa essere chiarito e qualche punto di vista debba essere modificato. Esso tuttavia mostra chiaramente a non pochi lettori, digiuni o non abbastanza profondi nella materia, quanto complicati, quanto difficili, quanto tesi siano stati talvolta i rapporti intercorsi fra il governo di Vienna e quello del Vaticano negli anni fra il 1846 e il 1903; come in. un periodo di storia di oltre 55 anni si possa parlare di una vera e propria unità e concordanza di vedute fra i due governi per un decennio soltanto (XX).
Sul pontefice fuggito a Gaeta nel novembre del 1848 continuò a pesare per molti anni ancora, nei confronti del governo, dell'opinione pubblica austrìaca o dell'imperatore Francesco Giuseppe, hi fama cresciuta rapidamente come un mito nel biennio anteriore alla catastrofe. A torto o a ragione, forse pio torto che a ragione, di Pio IX rimase vìvo hi Austria il ricordo, anche negli anni successivi, fin che visse si può dire, di quello che fece volontariamente o forzatamente o ohe fu attribuito all'opera sua durante gli anni 1846-1848: l'amnistia, la guardia civica e la consulta di stato, la benedizione all'Italia, la pretesa intenzione di indire la crociata contro l'Austria, la lega doganale, la missione Morichini a Innsbruck e Vienna presso Ferdinando I per consigliare, fra l'altro, la rinuncia