Rassegna storica del Risorgimento
CERVIA ; MOSTRE
anno
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1960
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pagina
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99
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Libri e periodici 99
necessaria, quindi, la decisione dello scioglimento della Camera seguila dal proclama di Moncaliori con il quale Vittorio Emanuele II richiedeva ai suoi sudditi di inviare al Parlamento uomini maggiormente consapevoli della grave situazione in cui si dibatteva lo Stato sabaudo. Le elezioni erano ancora favorevoli ai democratici ebe subivano, però, sensibili perdite; tra gli stessi democratici, poi, si veniva ad una maggiore chiarificazione con la creazione del nuovo raggruppamento di centro-sinistra capeggiato da Carlo Cadorna, dal Lonza, dal Buffa, dal Rattazzi, pronto a trovare l'accordo con l'ala più. progressista e liberale dei moderati isolando così, .contemporaneamente, l'estrema destra e l'estrema sinistra'.
Con i primi passi della nuova camera piemontese si conclude il sesto volume della Storia spellanzoniana ora continuata dal Di Nolfo. Attendiamo ora, e l'attesa non dovrebbe essere lungo, il settimo volume, dedicato agli avvenimenti del 1849 delle altre parti d'Italia (Toscana, Stato Pontifìcio, Napoli, Sicilia), con il quale si conchiuderà l'opera nella forma e con l'impostazione che ad essa era stata data dal compianto Cesare Spellanzon. LOTGI AMBROSOW
I. V. BESTUZEV, Krimskaia Voina (La guerra di Crimea); Mosca, Edizioni dell'Acca-demia delle Scienze dell'URSS, 1956, in 8, pp. 173. S. pi
Questo smilzo libretto, pubblicato dall'Accademia delle Scienze dell'URSS nella sua collana scientifico-popolare, vuol essere sostanzialmente una narrazione della guerra di Crimea in chiave nazionalistica, narrazione intesa ad esaltare l'eroismo del soldato russo in particolare durante la difesa di Sebastopoli. Debole è l'analisi sulle cause della guerra: Nicola I cerca un diversivo in politica estera per nascondere i problemi determinati dalla intrinseca debolezza economica e militare dell'Impero; in Francia e in Inghilterra la guerra è considerata un mezzo per alleggerire la pressione delle masse scontente; inoltre Palmerston persegue il fine di indebolire la Russia strappandole il controllo del Mar Nero e del Baltico. Interessante è l'esame che l'A. compie dell'esercito russo e della sua antiquata organizzazione, caratterizzata dall'eccessivo proporzione di non combattenti (sino al 20 nell'artiglieria), dalla mancanza di quadri, soprattutto nello Stato Maggiore, dalla mancanza di riserve, dalla debolezza della struttura produttiva del paese, da una strategia che faceva quasi esclusivamente affidamento su vittorie in battaglie campali. Inoltre l'esercito, e soprattutto gli ufficiali, era animato da scarso entusiasmo, che ai accrebbe tuttavia quando si trattò di difendere il snolo della patria a Sebastopoli. Molto dettagliata è la narrazione degli avvenimenti militari su i vari fronti e molti i doti poco noti, soprattutto intorno alla guerra sulle coste del Mar Bianco e nel Mar Nero e in Estremo Oriente; L'A. si dilunga molto sull'assedio di Sebastopoli, di cui sottolinea l'impreparazione, tonto che un coraggioso attacco dal Nord da parte dell'esercito anglo-francese subito dopo lo sbarco avrebbe certamente permesso di impadronirsi della città. Interessanti alcune osservazioni sull'amm. Nachimov, morto in trincea il 10 luglio 1855, di cui è sottolineato l'atteggiamento progressista quasi a spiegare l'eroismo dei difensori di Sebastopoli. Malgrado i successi militari, l'onere finanziario detta guerra era enorme per la Russia e pertanto l'A. ritiene che i motivi della conclusione della guerra debbano ricercarsi nella debolezza economica russa e in alcune sommosse contadine, che facevano paventare più gravi crisi nella strattura sociale del paese. Affrettato è l'esame del Congresso di Parigi. Solo di sfuggita l'A. accenna alla partecipazione atta guerra del Regno di Sardegna, definito satellite dì Napoleone III. LUIGI VITTORIO FERRARIS
ROSARIO VILLAKI, Problemi ddVeconomia napoletana alla vigìlia dell'uni/trazione - con una scelta di testi; Napoli, Gaetano Macchiarott ed., 1959, in 8, pp. 118, L. 800.
Nato da un corso di lozioni tenute netta Facoltà di Lettore dell'Università di Messina, nell'anno accademico 1958-59, il saggio che dà il titolo a questa interessante rassegno, nasce col duplice intento di fermare l'attenzione del lettore intorno a quelli