Rassegna storica del Risorgimento
CERVIA ; MOSTRE
anno
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1960
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pagina
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105
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Libri e periodici 105
11 Mack Smith ha ora scritto una Storia ti'Italia dal 1861 al 195B Il cui problema centrale è di comprendere perchè all'innegabile successo politico conseguito dall'Italia nell'Ottocento, abbia fatto seguito, nel secolo successivo, la crisi e la dislatta. La causa andrebbe cercata, per FA., in errori di politica estera risalenti a loro volta a vizi congeniti nella costituzione politica interna . Questi vizi risalirebbero assai indietro nel tempo, oltre Giolitti, oltre il trasformismo, per giungere a Cavour la cui pratica di governo avrebbe dato un tono di disinvolta spregiudicatezza alla vita politica piemontese prima ed italiana poi. L'alleanza con Rattazzi, del 1852, passata alla storia con la spregiativa definizione di connubio dovuta al ReveI, leader della destra al parlamento subalpino, avrebbe stabilito, secondo lo storico inglese e la consuetudine di basare il potere su alleanze mutevoli, all'interno di un'amorfa maggioranza parlamentare, piuttosto che su di un singolo partito con un programma ben definito e coerente*
Lo stesso liberalismo cavouriano, derivato non tanto da un saldo principio ideale, quanto dalla convinzione che le misure repressive erano controproducenti, avrebbe avuto un valore puramente strumentale. Ad esso, infatti, avrebbe corrisposto un machiavellismo pratico che* certamente utile sul piano delle concrete realizzazioni, avrebbe, da altra parte, insegnato agli Italiani una deteriore tecnica politica. I successori di Cavour avrebbero proseguito per la stessa strada, e la lotta politica in. Italia invece di presentarci grandi contrapposizioni di principi , e una conscguente netta distinzione di due partiti contrapposti, si sarebbe risolta in ondeggiamenti opportunistici ed in una continua equivoca collaborazione. Il trasformismo di Depretis diviene cosi lo ce razionalizzazione della prassi di Cavour e il giolittismo l'espressione degli stessi mali tradizionali del nostro paese.
A questa difettosa ed incerta lotta politica all'interno dello Stato avrebbe corrisposto una politica estera sbagliata da cima a fondo: errata l'adesione alla Triplice Alleanza del 1882, errati i primi tentativi di espansione in Africa, errato l'intervento nella prima guerra mondiale.
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Nel discutere un Hbro come questo del Mack Smith, assai severo nei confronti del nostro paese, si prova naturalmente un iniziale senso di disagio. Il nostro atteggiamento polemico, infatti, non potrebbe essere determinato dall'istintivo fastidio che proviamo ogni qualvolta ci si rivelano i nostri più profondi difetti, o, peggio, da un più o meno consapevole nazionalismo che ci impedirebbe di riconoscere la fondatezza delle critiche mosseci ?
Il nostro disaccordo con l'Autore del volume, però, non nasce dalla volontà di contrapporre ai suoi giudizi negativi dei retorici elogi, ma da una formulazione diversa di giudizi altrettanto limitativi e, soprattutto, da un diverso atteggiamento che riteniamo Io storico debba assumere di fronte ai fatti che narra. Infatti, che il lento e graduale assorbimento di parte dell'opposizione nella maggioranza abbia costituito da Cavour a Giolitti il sistema di ricambio della nostra classe dirigente e verissimo, ed è anche vero che la mancanza di concrete alternative si sia rivelata un innegabile elemento di debolezza per la classe di governo sottoposta costantemente ad un'usura che andava a tutto vantaggio delle forze extracostituzionali. Come è innegabile che uomini di destra e sinistra abbiano formato spesso maggioranze tutt'altro che omogenee. Ma si può attribuire questo complesso fenomeno che affonda le sue radici nelle intime fibre del nostro paese, alla mancanza di principi e alla naturale tendenza al compromesso degli Italiani? Si può, cioè, ritenere seriamente che In causa della debolezza delle nostre istituzioni parlamentari stia nella preferenza accordata dai politici italiani a combinazioni quali il connubio* il trasformismo. Il giolittismo nelle quali sparivano i principi'* ed avevano maggior giuoco le clientele o le posizioni personali, e nel conseguente rifiuto di adottare il sistema bipartìtico basato su una netta differenziazione ideologica?
È evidente che Mack Smith ha dinanzi a tè come modello la lotta politica quale si è svolta nel suo paese, con il classico alternarsi dei partiti ni governo e all'opposi-