Rassegna storica del Risorgimento

CERVIA ; MOSTRE
anno <1960>   pagina <106>
immagine non disponibile

106 Libri e periodici
nòne. Ma quel che gli sfuggo è clic la condizione indispensabile per quél tipo di lotta è la comune coscienza liberale dello due parti antagoniste, la comune fede nella vali* dita delle istituzioni parlamentari* l'accettazione sincera delle regole del gioco . Ora, era proprio questo che mancava sia nel Piemonte di Cavour che nel regno d'Italia. La classe dirigente risorgimentale costituiva una minoranza nel paese (nel paese reale se non in quello legale) e doveva necessariamente cercare i punti di convergenza, anzi­ché esasperare quelli di contrasto dividendosi in due partita concorrenti. Certamente il liberalismo di Cavour non era quello dì Rattaz/.i, ma la distanza fra i due era di gran lunga minore di quella che li separava entrambi dalle estreme, Yale a dire che c'era un certo comune patrimonio ideale che si traduceva in un concreto programma poli­tico, sul quale ci si poteva accordare e che poteva essere realizzato. Per qua! motivo, dunque, essi avrebbero dovuto esacerbare le rispettive posizioni, se non per una male intesa fedeltà ai principi? .
Questa critica ideologicamente tesa nello sforzo di costringere la realtà entro schemi prestabiliti e sempre moralisticamente atteggiata a cogliere debolezze, colpe ed errori, ha impedito al Mack Smith di darci una storia d'Italia veramente nuova . Eppure a taluno è sembrato che essa si potesse contrapporre alla Storia d'Italia dal 1871 al 1915 di Benedetto Croce, storia ottimistica questa, storia di un fallimento l'altra. Ma la contrapposizione, che costituirebbe appunto una prova della originalità dell'opera del Mack Smith, non ci sembra possa stabilirsi se non sul piano politico. Come al fondo dell'opera crociana c'è una evidente tesi politica, la valorizzazione della vecchia Italia modesta, seria e dignitosa di fronte alla nuova Italia che, esal­tando la forza e la violenza, irrideva ai principi stessi del nostro Risorgimento cosi nell'opera dello storico inglese c'è una diversa impostazione politica. Ma, mentre la tesi politica di Croce costituisce unicamente il presupposto psicologico della sua opera, serve cioè soltanto a spiegarci le condizioni nelle quali essa fu pensata e scritta, nel Mack Smith essa rimane esterna all'opera stessa, rigido ed immobile paradigma.
Nuovo non ci sembra, pertanto, né il leitmotif dell'opera il fallimento del Risorgimento né le argomentazioni portate a sostegno di questa interpretazione.
Per quanto riguarda, infatti, la tesi centrale del libro, cioè la ricerca delle origini del fascismo nell'Ottocento italiano, basterà fare (e sono già stati fatti) i nomi di Giustino Fortunato, di Piero Gobetti, di Gaetano Salvemini. Quando il primo diceva che il fa­scismo era stato la rivelazione dell'Italia, e quando Gobetti condannava il Risor­gimento come rivoluzione fallita per la cronica scissione italiana fra pensiero e azione, cultura e politica, o Salvemini scriveva che la differenza fra Giolitti e Mussolini era solo in quantità, non in qualità, il problema della continuità, per cosi dire, tra Risorgi­mento e fascismo, era posto in modo chiarissimo e antitetico rispetto alla tesi crociana della frattura. Inoltre, quando il nostro paese era àncora nel pieno della bufera, un intelligente e colto pubblicista inglese, Cedi Spriggc, in un ampio saggio, ') riprendendo questi motivi, sostenne la tesi che dal trasformismo in poi le istituzioni liberali e parla­mentari italiane erano progressivamente decadute imo a giungere alla dittatura. Piò recentemente lo scrittore Alhrecht Carri è ha scritto una storia dell'Italia dagli inizi. dell'Ottocento olla metà di questo secolo, -' nella quale la costante è rappresentata appunto dall' a opportunismo degli Italiani, manifestatosi con continuità dal connubio cavouriano al trasformiamo, dal giolittiimio al fascismo.
Nel fare la storia di queste vario interpretazioni del post-risorgimento, Nino Valeri ne ha fissato acutamente i limiti, cogliendo la sostanza del problema. Le frequenti discussioni di Gobetti contro la mancata riforma in Italia, contro il servilismo e l'im­maturità politica degli Italiani, il fallito Risorgimento, il trasformismo corruttore g umi­liano e, in genere, contro tutta la classo dirigente, italiana a partire dall'unità egli
') The developmetu of modem /fair, London, 1943. -1 Ittdy from Nupoleùn io Munolini, New York, 1950.